Poteva essere un peccato di inesperienza la prima e pure la seconda ondata. Ma questa volta, dopo una terza ondata che ci ha messi ancora spalle al muro nonostante i vaccini, il passo falso del governo non è in alcun modo giustificabile. Come è possibile aver pensato che, autorizzando a togliere le mascherine e consentendo di festeggiare le notti magiche con immancabili code di teppismo, non ci sarebbero state conseguenze?
Roba da principianti, che Draghi sicuramente non lo è. O da incoscienti, e qui Speranza ha dimostrato più volte di essere più realista del re. E allora, cosa diavolo è frullato in testa al governo, escludendo che sia stata una resa su tutta la linea a Salvini? Non potevano immaginare premier e ministro che le mascherine, una volta tolte, non sarebbero mai più state indossate, alla faccia degli assembramenti? E che non vietando trasferte e italici festeggiamenti i numeri sarebbero schizzati più impazziti delle palline nel flipper?
Ovvio che, a una settimana da sbandieramenti e petardi, ci tocca la conta. Impietosa: oggi la percentuale dei positivi al Covid supera il 9% con 233 nuovi casi e 4 ricoveri. Roba da rabbrividire.
Ovvio che la Sardegna stia messa peggio delle altre regioni: migliaia e migliaia di turisti stanno arrivando ogni giorno ed è normale che il virus potenzi la sua presenza. E, naturalmente, non è certo colpa dei turisti. Ma i controlli promessi? E il green pass? Ma chi e quando controlla? Non dovevano partire solo quelli vaccinati o tamponati o guariti? Anche questo resta un mistero. Perché è chiaro: se quei controlli fossero stati fatti, non ci sarebbe bisogno di allargare l’uso del green pass anche solo per entrare in un bar o in ristorante, per non parlare di piscine, palestre, cinema o teatri.
Adesso i sardi rischiano nuovamente di essere prigionieri in casa loro, perché se i contagi continueranno così, di sicuro qualche restrizione si dovrà fare, anche se gli ospedali tengono. Per non parlare del fatto che non ci sono vaccini per garantire a chi volesse farlo in extremis almeno la prima dose. E gli studenti? I grandi dimenticati, insieme alle famiglie, su cui ancora una volta si allunga minaccioso lo spettro della dad. Infine, la stagione turistica: un enorme, doloroso punto interrogativo per chi sperava di potersi rimettere finalmente in piedi.
Insomma, un disastro. Per qualche ora di libertà. Ne valeva la pena?











