La Pasta di Legumi
A cura di Raffaella Aschieri
(@dietistaMenutrix)
Il mercato alimentare da diversi anni ci ha abituato alla possibilità di scelta dei vari
tipi di pasta per venire incontro a tutte le esigenze legate alla salute: intolleranze,
diabete, celiachia, problemi intestinali e ovviamente obesità e sovrappeso.
Per ogni disturbo possiamo scegliere la pasta più indicata oltre quella più comune di
semola fra la pasta integrale, di kamut, di farro, di soia, di mais accontentando cosi,
con i vari condimenti anche il senso del gusto.
Da un paio d’anni invece ha fatto la sua comparsa sugli scaffali dei supermercati la
pasta di legumi (cioè un tipo di pasta prodotta con farina di legumi). Pasta di
lenticchie, ceci, piselli, fagioli. Un alimento che si fa notate molto bene anche
visivamente per i colori insoliti e appariscenti. I formati solitamente sono corti poiché
non tengono molto bene la cottura e la consistenza non è paragonabile a quella di
semola ma il sapore merita, cambia in base al legume e si possono creare menù molto
speciali.
Non tutti sanno che la pasta di legumi è nata circa cinque anni fa per il mercato
americano da sempre grande consumatore di proteine animali e bisognosi quindi di
introdurre proteine vegetali. L’effetto sul mercato è stato positivo e siccome da
sempre gli Stati Uniti sono l’apri porta mondiale per le novità e le possibile
tendenze alimentari che anche in Europa e Italia sono nati i primi produttori ed
esportatori. Di questo prodotto.
Da un punto di vista ambientale l’impatto per produrre questo alimento è altamente
ridotto, considerando l ‘intera filiera di produzione è un prodotto considerando
ecocompatibile. Inoltre seminare legumi in rotazione con altre colture aiuta ad
arricchire terreni impoveriti.
Dal punto di vista nutrizionale questo tipo di pasta si colloca nel reparto “senza
glutine” quindi ideale per i celiaci ma il valore nutrizionale è di grande interesse per
tutti. E’ ipocalorica, inoltre la pasta di legumi contiene circa il 20% di proteine
contro il 10%, in media, della pasta di semola. Le proteine dei legumi, come quelle
dei cereali, non sono considerate di alto valore biologico perché sono carenti in
alcuni amminoacidi essenziali, questi, però possono essere facilmente recuperati
durante la giornata consumando cereali. Inoltre l’indice glicemico della pasta di
di semola, a meno che non consideri quella integrale. E’ chiaro che la pasta di
legumi non dovrà e potrà sostituire del tutto quella di semola ma variare
settimanalmente porta un contributo in termini di salute individuale e ambientale.
Per la cottura è meglio scolarla molto al dente, mentre è sconsigliato gratinata al
forno. Se ne avanza in frittata è veramente gustosa. I condimenti ideali sono con tutte
le verdure o semplicemente al pomodoro o di mare con il pesce spada. Con il ragù di
carne non rende molto. I formaggi ideali da abbinare sono quelli più stagionati cosi
come le noci per la frutta o avocado.
L’unico vero difetto di questo tipo di pasta è il costo. Rispetto a quella di semola, in
certi negozi specializzati, può anche costare 15/16 euro al kg. I costi cosi elevati
sono dovuti al fatto che la materia prima costa di più rispetto alla semola e anche al
fatto che per produrre queste farine vengono scartate la metà dei legumi acquisiti
poiché per produrre le farine i legumi devono essere in ottimo stato senza difetti.
Inoltre la domanda del mercato italiano, essendo ancora ridotta e di nicchia, non
permette un abbassamento dei prezzi.
In ogni caso è sempre meglio investire in salute e provarla questa pasta. Facendo
bene attenzione alla etichetta dove dovrà esserci scritto “senza additivi” prodotta
esclusivamente con farine di legumi altrimenti si sta acquistando una imitazione
scadente priva dei requisiti nutrizionali ed ecocompatibili sopra descritti.












