Stefano, il barista coraggioso di Villaspeciosa: “Così ho fermato 4 algerini armati”

Prima gli sfottò dei ragazzini della piazza a 4 nordafricani ospiti che tornano con pala e coltello in pugno. Stefano Mura: “Sono intervenuto per fermarli prima che la situazione degenerasse. Dopo l’inseguimento mi hanno scagliato contro un tubo di ferro”. Ferito l’amico. Il racconto del protagonista


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È intervenuto con un amico per evitare che la situazione degenerasse. Per evitare che 4 giovani algerini, ospiti del centro di accoglienza di Villaspeciosa, si scagliassero (bastone, coltello e pala in pugno) contro un gruppo di di una decina di ragazzini nella piazza principale del paese. Stefano Mura, 41 anni, titolare di un bar nella piazza, e un amico, si sono lanciati all’inseguimento dei nordafricani e nella corsa il primo ha schivato il lancio di un tubo di ferro, mentre l’altro, per evitare un colpo di pala, è caduto a terra lussandosi una spalla. Secondo Mura, l’episodio è il frutto di una tensione crescente da almeno 2 mesi a Villaspeciosa, alimentata da una serie di episodi sgradevoli. Soprattutto piccoli furti ai danni di case e automobili del paese. E il ritrovamento di parte della refurtiva all’interno del centro di accoglienza ha fatto crescere il malcontento nei confronti dei maghrebini. E dopo lo scontro di ieri si teme per la serenità del paese. “Era all’incirca mezzanotte tra domenica e lunedì quando ci simo accorti di un battibecco tra i ragazzini del paese e un gruppo di algerini”, racconta Stefano Mura, “non so il motivo e non abbiamo indagato anche perché tutto è durato pochissimi minuti. Ma dopo dieci minuti sono tornati gli algerini, prima 2 e poi altri 2. Il primo aveva in mano un coltellino e gli ultimi due rispettivamente un tubo in ferro e una pala da muratore e a questo punto siamo intervenuti per evitare il macello”. In paese del resto ci si conosce tutti e i ragazzini oltre che clienti di Mura, sono i figli di amici. Così il barista e l’amico intervengono e i nordafricani si danno alla fuga, ma vengono inseguiti.

IL RACCONTO – “Ci mettiamo a correre dietro a questi ragazzi”, prosegue, “uno si gira e tanta di dare un colpo con la pala al mio amico che cade lussandosi la spalla. Io continuo a inseguirli, ma loro arrivano al centro di accoglienza e scavalcano il muro per entrare. Una volta dentro mi lanciano contro un tubo di ferro che mi sfiora”. Sul posto arrivano poi il sacerdote che gestisce il centro e i carabinieri. Tutto sarebbe nato da qualche sfottò ai danni dei migranti. “Ammetto che gli sfottò ci possono essere stati, ma sono il frutto di una tensione che va avanti da mesi”, prosegue Mura, “sono accolti, mangiano e dormono qui. Ma non lavorano. E in paese si sono verificati strani furti e la refurtiva è stata trovata nel centro”. A Villaspeciosa oltretutto il razzismo non è di casa. “Qui ci sono da anni tunisini, marocchini e senegalesi che si sono integrati, lavorano nei campi e giocano a pallone con noi. E qualcuno va anche in chiesa”, conclude Stefano Mura, “ma se ci sono persone che rubano e molestano e questo non va bene. Il sacerdote dice che non ha le risorse per gestire il centro nel migliore dei modi e sta cercando di capire se si tratta realmente di minorenni. Per ora non si è mosso nessuno. Però ora qualcuno intervenga, senza aspettare che si verifichino i fatti violenti. Perché qui adesso la situazione sta precipitando”.

 


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