Mister Montaldo, Zedda e il Pd: occhiali nuovi per vedere la città

Le clamorose contraddizioni di Nicola Montaldo, segretario cittadino del Pd. A maggio dichiarava: sì alle primarie, per Lirico Marino e stadio Sant’Elia non è stato fatto niente. Ora cambia idea: “Il lavoro di Zedda? Eccellente. I grillini? Non so chi siano” 


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Trova le differenze. Prima dichiarazione, rilasciata nel maggio scorso a Casteddu Online: “Le primarie? Sono previste nel regolamento del Pd, e immagino che ci saranno”. Seconda dichiarazione, rilasciata all’Unione Sarda questa settimana: “Niente primarie, Zedda sarà direttamente ricandidato a sindaco”. Eppure è la stessa persona: Nicola Montaldo, segretario cittadino del Pd, ingegnere e figlio di Enrico Montaldo, che fu un grande esponente della massoneria cagliaritana. Appena pochi mesi fa, sull’operato di Zedda dichiarava: “Prima di tutto c’è la situazione di emergenza del Teatro Lirico – spiegava Montaldo – Da cinque mesi è tutto fermo e serve una soluzione che salvi il principale ente lirico sardo. Sullo stadio Sant’Elia non è stato fatto niente, poi c’è il problema del Piano urbanistico comunale di cui ancora non si è iniziato a discutere. E c’è il discorso dei tanti volumi vuoti e inutilizzati in città: sulla Manifattura tabacchi, per esempio, i lavori sono finiti ma non c’è un piano preciso sul suo futuro. Stesso discorso per l’ex ospedale Marino, ancora in condizioni vergognose”. 

Stadio, Marino e Lirico sono ancora nel caos, ma Montaldo ha completamente cambiato idea. E all’Unione Sarda ora dichiara: “Il lavoro di Zedda è stato eccellente, l’aspetto della città è cambiato, l’immagine turistica è sotto gli occhi di tutti”. Tutto, e il contrario di tutto. Montaldo e le contraddizioni del segretario Pd, che addirittura vuole allearsi con Scelta Civica e non esclude un accordo con i Riformatori. La vera storia nel partito (dove Montaldo non è amato da tutti) la conoscono benissimo i sostenitori più vicini a Zedda. Ed è questa: le primarie Montaldo voleva farle davvero, e non lo nascondeva. Anzi l’idea di una parte del Pd era di puntare su Piero Comandini e fare fuori proprio Zedda. Considerato un candidato scomodo, che invece si è incartato il Pd: prima con la nomina di Yuri Marcialis assessore, che ha messo all’angolo proprio il segretario indebolendolo. Poi il sindaco si è ritrovato senza avversari, nessuno nel Pd ha voluto sfidarlo. Ha vinto la linea di consiglieri intelligenti come Fabrizio Rodin, che hanno insistito per la conferma di Zedda e sull’ottimo lavoro svolto dalla sua giunta, la stessa che Montaldo criticava su diversi fronti. Ed ecco la curiosa retromarcia di Montaldo, il segretario che cambia idea nel giro di pochi mesi. E che imita Fassino nel dire che “i grillini a Cagliari non si sono mai visti, non so chi siano, non mi risulta che ci siano candidati”. Snobbando il Movimento 5 Stelle, proprio come fece a suo tempo il sindaco di Torino. Nel frattempo Montaldo ha cambiato gli occhiali con cui vede la città. Il Marino è stato ricostruito, lo stadio Sant’Elia è un impianto all’avanguardia, la Manifattura Tabacchi un centro d’eccellenza? Forse nella segreteria cittadina del Pd in programma nei prossimi giorni, qualcuno potrebbe chiedergli spiegazioni del perchè era così scettico sulla ricandidatura di Zedda e voleva farle davvero, le primarie. Sempre sull’Unione Sarda qualche mese fa, Montaldo dichiarava: ““Il peso della massoneria a Cagliari? Ininfluente, almeno nel mio settore (quello delle costruzioni e dell’università evidentemente). E negli altri non saprei dire”. Chiedetevi perchè poi la gente non crede più nei partiti.  


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