Caro Direttore,
Mi permetto di scrivere questa lettera aperta per proporre una breve riflessione al Suo Giornale, la testa online più letta di Cagliari.
Veniamo al dunque. Oggi, a seguito della partita che ha visto esultare (quasi) tutta Italia per la spettacolare prestazione degli Azzurri, mi sono svegliato pensando che sarebbe stato bello avere a disposizione anche a Cagliari (come faranno altre grandi e piccole città italiane) un Maxi-Schermo per la proiezione del match contro la Germania in programma per sabato prossimo. Nulla di male, mi dicevo, anzi un’occasione una volta ogni tanto, perché Cagliari ed i Cagliaritani si riuniscano amabilmente senza divisioni di sorta. Per una sera niente Zedda o Massidda, niente destra o sinistra, niente Cagliari o Sassari e via discorrendo. Eppure, dopo aver pubblicato l’evento “Vogliamo il Maxi-Schermo in piazza Yenne per vedere Germania-Italia” (al link https://www.facebook.com/events/646578868830856/) in una notissima pagina Cagliaritana, subito viene a nascere una discussione che mi ha rattristato abbastanza. A Cagliari la polemica è all’ordine del giorno verso qualsiasi cosa, ma ho l’impressione che i Cagliaritani stiano spendendo il loro tempo più per disfare che per proporre. Ora, l’idea di un Maxi-Schermo per una partita può non piacere, ci mancherebbe, però il fatto è che spessissimo ci si lamenta della inoperosità e della deficienza di eventi in città, di luoghi dove riunirsi e passare qualche ora serenamente che uno non si aspetta tante critiche nei confronti di quello che dovrebbe essere un momento di unione e di festa per la nazione e la nazionale, certo, ma anche per noi cagliaritani e sardi. Invece, sono più importanti le divisioni, la polemica sterile, la voglia di non far altro se non criticare tutto e tutti, specie se l’idea è così populista come la trasmissione di una partita calcistica importante. Certo, una partita non risolve i problemi della popolazione e neppure deve distogliere l’attenzione da questi, ma sarebbe bene non confondere i momenti di gioia comunitaria e conviviale che hanno la capacità di farci sentire davvero un unico popolo che guarda in una sola direzione, dalle problematiche terze all’evento e che comunque non verranno a risolversi se ci fosse o meno il Maxi-Schermo.
A noi sardi la cosa che più manca è fare squadra, gioire per l’altro e provare a farci traino tutti assieme, a partire dalle piccole cose. Si diceva, e a ragione, che un Maxi-Schermo comporta dei costi, quelli della pulizia della piazza in primis. Ebbene sì, c’è un costo anche in questo, ma forse non comporta un costo enorme anche chi deturpa gettando via rifiuti di ogni genere e specie in luoghi più o meno “nascosti” dove si creano vere e proprie discariche? Oppure coloro che lasciano in giro bicchieri e bottiglie tutti i giorni e specie nel week-end? Se pensiamo in questa maniera, mai nulla si farà e si arriverà a detestare ogni aggregazione umana.
Caro Direttore, non è mia intenzione sviluppare una polemica, volevo solo esprimere la mia delusione per questa mentalità che porta più a disfare che a costruire, a vedere la malizia al posto della gioia di stare assieme, che vuole demonizzare il desiderio di fare qualcosa di sano, al posto di incentivarne la realizzazione. Forse oggi stiamo diventando misantropi, ci infastidisce l’aggregazione che non riguardi, prettamente, lo sconvolgimento e l’eccesso della notte. Alla luce del giorno si vedono le persone per ciò che sono, e forse questo ci fa paura.
Stefano Musu












