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L’ex maresciallo del reggimento dei granatieri di Sardegna Marco Diana è stato ricompensato economicamente per la sua malattia, del quale ho profondo rispetto. Ma ho il dovere morale, nel rispetto di tutte quelle famiglie i cui cari si sono ammalati a causa del contatto con sostanze tossiche nelle vari missioni militari, e che ancora stanno combattendo con la burocrazia per ottenere i risarcimenti, di fare chiarezza una volta per tutte. A dirlo è Domenico Leggiero responsabile dell’Osservatorio Militare per l’assistenza dei malati da uranio impoverito che smentisce categoricamente l’ennesima denuncia dell’ex militare di Villamassargia.
Dopo aver letto l’articolo comparso su Cagliari Online con il video denuncia dell’ex maresciallo dell’esercito italiano, Leggiero non ci sta e risponde:”Quello di Diana è l’unico caso in Italia che ha ottenuto i risarcimenti e gli indennizzi senza un procedimento giudiziario, – commenta – a differenza dei tanti che ancora combattono con la burocrazia. La Sardegna è la regione tra le più colpite di militari malati da uranio e civili a ridosso dei poligoni, non credo sia giusto dare spazio a chi della malattia ne fa strumento per arricchirsi.”
Leggieri snocciala numeri e contesta nettamente la mancata assistenza all’ex maresciallo che avrebbe ricevuto oltre un milione di euro dal Ministero della Difesa, che gli avrebbe riconosciuto di essersi ammalato a causa dell’ultima Missione in Somalia ( 2004) dopo essere stato a contatto con sostanze tossiche che gli hanno procurato una neoplasia intestinale. Si legge nel documento militare: “oltre 7.850 euro per interventi assistenziali, 7.591 per spese sanitarie, sono stati liquidati indennizzi di 7.977 euro, diritto alla pensione privilegiata ordinarida di 2.253 euro mensile, e il risarcimento per il danno biologico di 923 mila euro.”
Questa è la verità dello Stato che contrasta nettamente con quella dell’ex militare che nega di essere mai stato aiutato economicamente e nell’ultimo video denuncia di essere stato abbandonato da tutti.