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“L’ombra del fuoco – S’umbra ‘e su fogu” di Enrico Pau racconta ciò che è stato vissuto all’indomani del gigantesco incendio che nel luglio 2021 ha devastato la zona del Montiferru. Il film ha seguito per un anno – con una piccolissima troupe di giovanissimi – le stagioni del fuoco, ascoltato le voci, sentito i canti, assistito, dopo il dolore, al miracolo della natura che rinasce. Così, dopo l’estate è arrivata l’acqua, poi il vento dell’autunno, quindi la neve di novembre, e poi l’inverno gelido, e poi la Pasqua del fuoco, il venerdì santo della Passione.
“Considero la realizzazione del mio documentario come un atto di resistenza a qualcosa alla quale non posso e non voglio rassegnarmi – afferma il regista Enrico Pau – la stupidità, la miopia degli umani in questo momento della nostra presenza devastante su questo pianeta”. Dentro i riti della Settimana santa, Pau ha scoperto la bellezza struggente dei canti de Sos Cantores (i cantori del coro di Cuglieri) che hanno una parte fondamentale nel documentario, fin dall’estate quando hanno cantato in mezzo alla foresta bruciata i versi di un sonetto di un poeta sardo. Il film diventa così un accurato diario di quanto è accaduto, tra le immagini e le interviste, i racconti e il pianto di chi in mezzo ai roghi ha perso tutto, compresa la memoria di un passato distrutto dal fuoco e che non può tornare”.
Secondo la giuria del concorso, l’opera del regista cagliaritano è quella che “meglio racconta il rapporto tra l’umanità e il resto del mondo naturale nell’epoca dell’Antropocene”. Questa la motivazione: “L’ombra del fuoco sottolinea il forte legame dell’umanità con la terra e gli altri viventi che la popolano. Emergono i sentimenti non solo di chi quella terra la cura, ma anche degli animali e delle piante che hanno subito il dramma dell’incendio. La fine di quel paesaggio locale, stravolto dal fuoco, rimanda alla fine del Mondo nel senso della fine del conosciuto, del familiare, come accade globalmente nell’Antropocene”.
Il premio è stato consegnato due giorni fa al cinema Modena di Trento prima dell’anteprima del film. L’opera è prodotta da Lucrezia Degortes per l’Associazione Culturale Arvèschida, co-produttore ISRE – Istituto Superiore Regionale Etnografico, produttori associati Antioco Floris per l’Università degli Studi di Cagliari – Laurea magistrale in Produzione Multimediale, Dipartimento di Lettere, lingue e beni culturali e Hortus Botanicus Karalitanus, e si avvale della consulenza scientifica di Gianluigi Bacchetta. Gli autori dei testi sono Enrico Pau, Ettore Cannas, Alberto Capitta, Alessandro De Roma, Mauro Tetti, mentre la traduzione dei testi in sardo e la voce narrante è di Giuseppe “Bosco” Falchi.
Enrico Pau è nato a Cagliari, ha insegnato nelle scuole superiori e all’Università. Nel suo passato la radio, le arti visive, il teatro come attore, regista e critico teatrale. Nel 1996 la sua prima regia cinematografica. I suoi film hanno partecipato fra gli altri ai festival di Locarno, Venezia, Clermont Ferrand, Giffoni, Angers, Karlovy Vary, Bobbio, Annecy, Shanghai, Cape Town, PalmSprings ricevendo premi e segnalazioni.