In attesa della sentenza di domani circa il femminicidio della 22enne Giulia Cecchettin, il reo confesso Filippo Turetta ha scritto il suo memoriale in cui spiega i motivi dell’omicidio, i pensieri, il suo rapporto rapporto ossessivo con la vittima. A carico del giovane ci sarebbero diversi elementi per i quali rischia l’ergastolo, ovvero premeditazione, stalking e crudeltà. Ecco le parole di Turetta, riportate anche dal nostro partner Quotidiano Nazionale:
“Faccio fatica a scriverlo, perché adesso mi sembra ridicolo e brutto come pensiero, ma mi sembrava ingiusto che io avessi intenzione di suicidarmi e lei in questo non avrebbe vissuto e avuto alcuna conseguenza quando – ha scritto il giovane– secondo me, in quei giorni erano le sue scelte ad avermi portato a quella situazione. È veramente difficile da ammettere ma la verità è che avevo pensato che avrei potuto toglierle la vita. Nella mia testa non ci sarebbe mai potuta essere una persona diversa. O lei o niente – continua Turetta – Era tutto per me. Io avevo concentrato tutta la mia vita su di lei, era la prima ed unica per me a qualunque costo il nostro destino era di restare insieme per sempre ed era tutto quello che volevo e per cui avrei fatto qualsiasi cosa”. “Non vedevo la minima luce a cui aggrapparmi. Lei si stava sempre più allontanando da me in quel momento e non vedevo nessuna possibile inversione di rotta all’orizzonte, anzi”.
Altro punto focale, già individuato da tempo da inquirenti e psicologi, è la laurea di Giulia: la ragazza avrebbe dovuto infatti discutere la tesi pochi giorni dopo i terribili eventi. Un momento che l’avrebbe allontanata da lui, dato che Giulia avrebbe proseguito gli studi in Fumetto a Reggio Emilia: “Dover festeggiare ed essere partecipativo e sorridente mentre nel frattempo dentro mi sentivo vuoto e pieno solo di emozioni negative e intanto essere in mezzo a così tante persone che mi vedevano e vedevano lei e sapevano che mi aveva lasciato e vedevano lei tranquilla e sorridente e io avrei dovuto sforzarmi al massimo invece. Mi sembrava tutto così pesate e insopportabile”, scrive con estrema sincerità Turetta. Infine, una delle parti più toccanti, quella che riguardano le scuse da fare alla famiglia di Giulia, di cui si è tanto discusso. Scuse che, secondo il 22enne, non avrebbero alcun senso vista l’entità abnorme dei fatti commessi. “Le scuse mi sembrano così minuscole rispetto al dolore che ho causato a lei e a tante altre persone e all’ingiustizia gravissima che ho commesso – scrive. “Per gli stessi motivi non ho mai chiesto perdono e non mi sentirei di farlo neanche in questo momento e non perché non sono pentito di quello che ho fatto o perché possa non interessarmi. Penso che solamente pensarci in questo momento sarebbe ridicolo e fuori luogo”. E conclude: “Mi dispiace. Mi dispiace infinitamente per tutto quello che ho fatto”.












