Il professore non li voleva, ma vallo a spiegare agli elettori del Pd che incalzano su questione morale e integrità dei candidati. Vallo a spiegare perché Francesca Barracciu no e Franco Sabatini, Gavino Manca e Marco Espa sì: eppure, tutti e quattro sono indagati per la stessa ipotesi di reato, peculato, per aver speso i soldi dei gruppi consiliari – dunque i soldi dei sardi, centinaia di migliaia di euro – in modo inappropriato, in un modo che nulla ma proprio nulla ha a che vedere con la politica. Basta come motivazione il fatto che lei era candidata presidente e gli altri “solo” consiglieri? Il molto britannico Francesco Pigliaru, che oggi ha presentato ufficialmente coalizione e liste, si è trattenuto in mattinata ma poi un po’ si è lasciato andare dalla collina di don Ettore Cannavera, dove in un incontro,pubblico gli è stato chiesto conto del perché nelle liste dei democratici indagati ce ne sono eccome.
Lui ha risposto che ognuno ha il suo modo di formare le liste, e che “qualcosa è andata molto bene, qualcosa no”, richiamando però “l’implicazione della moralità nell’esercizio della politica”. Del resto, ieri a poche ore dalla scadenza dei termini per la presentazione delle liste, è trapelato che Pigliaru era infuriato per la linea garantista (ad personam, però) di un Pd che per mesi si è incartato su stesso, che non condivideva la candidatura degli indagati, e pare che si sia talmente infuriato da minacciare di non firmare il collegamento alle liste in questione. Poi però la bufera è rientrata, del resto il professore l’ha spiegato stasera che è arrivato per ultimo e dunque ha dovuto accettare alcune situazioni già definite, fra l’altro dopo mesi di polemiche e lotte intestine. Ma lo sente forte, il peso della questione morale, tanto da confessare a don Ettore e i suoi che ieri, quando sono state depositate le liste, ha avuto paura di perdere fiducia: dunque, ha fatto altrettanto chiaramente capire, d’ora in poi comanda lui. E ha ragione: la gente non ne può più. Gli elettori sono stufi, quelli di centrosinistra ancora di più, e non capiranno perché la prima donna aspirante governatrice della Sardegna è stata fatta fuori dopo un incredibile linciaggio interno e tre uomini indagati per lo stesso reato sono (ben) piazzati nelle liste del Pd a Cagliari, Oristano e Sassari. Buona fortuna professore: del resto deve crederci, chi sceglie di cominciare la campagna elettorale di venerdì 17 alle 17 in punto.












