La struttura di Medicina legale dell’Arnas Brotzu, diretta dal prof. Roberto Demontis, docente associato di Medicina legale dell’Università di Cagliari, organizza per il 5 Dicembre 2023, nell’aula Atza del San Michele (Piazzale Ricchi 1, Cagliari) l’incontro-dibattito “Consenso e amministrazione di sostegno”.
I lavori inizieranno alle ore 14.30 con i saluti della Direttrice generale dell’Arnas, la dottoressa Agnese Foddis. Seguiranno gli interventi dei relatori, che affronteranno l’argomento del Consenso e dell’amministrazione di sostegno.
«Com’è noto, nessun accertamento o trattamento sanitario può essere intrapreso o proseguito senza il consenso del paziente, unico titolare del bene salute. Il concetto, sancito dall’articolo 32 della Costituzione,
è stato più volte ribadito dalle fonti normative e dalla giurisprudenza», commenta il professor Roberto Demontis, promotore dell’incontro-dibattito.
“La libertà personale è inviolabile”, recita l’art. 13 della Costituzione, e legge 219/2017, all’art. 1 parla di “tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione della persona e stabilisce che
nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge”.
Un quadro normativo effetto del processo in corso, che vede il crescente coinvolgimento del paziente e la sua esigenza di essere protagonista, e non attore passivo, del processo decisionale. È un nuovo modo di interpretare il rapporto medico-paziente, che consente alle persone di acquisire un maggiore controllo sulle decisioni e sulle azioni che riguardano la loro salute.
«Negli ultimi anni è maturata un’evoluzione del rapporto medico-paziente, un profondo cambio di prospettiva, che prevede una relazione di rispetto e fiducia reciproca basata su una comunicazione chiara e autentica. Il momento in cui si realizza e concretizza la relazione di cura e fiducia tra professionista della salute e persona bisognosa di cure, è proprio in occasione del consenso che, per essere valido e operante come causa oggettiva di esclusione della configurabilità di un reato, e quindi della sua punibilità, deve essere innanzitutto informato e consapevolmente prestato», commenta la Direttrice generale Agnese Foddis.












