I prezzi, prima di tutto, che ben fotografano la situazione. Ristoranti proposti a 50mila euro, o ristrutturati da pochissimo e pronti per essere riaperti con prezzi che oscillano tra i 150mila e i centottantamila euro. Tutti fuori dal centro storico di Cagliari, quel regno della movida che zoppica ma, comunque, regge. Negli altri rioni e zone, dal viale Diaz sino a Is Mirrionis, dalla Fonsarda sino a Pirri, sono i ristoranti a morire, insieme a una buona fetta delle pizzerie. Prezzi stracciati per riaverli, ma nessuno sembra voglia cacciare un centesimo e il motivo è presto spiegato: se posso avere un locale con terrazza, più tavoli e sedie, spendendo poche decine di migliaia di euro, vuol dire che sotto potrebbe esserci la fregatura. Fregatura che si traduce con due parole: pochissimi clienti. I tempi d’oro sembrano finiti, potersi rifocillare dopo una certa ora a Cagliari, se ci si trova fuori dal quadrilatero della movida (piazza Garibaldi, via Roma, il Corso Vittorio e piazza Yenne) è praticamente impossibile, a meno che uno non si accontenti di due tramezzini preconfezionati e una bibita in uno dei distributori automatici. E una parte delle “colpe”, stando alle associazioni di categoria, ce le ha l’attuale e ormai quasi uscente amministrazione comunale.
“Il food dovrebbe essere il settore trainante del commercio a Cagliari, visto che gli altri settori sono in crisi, ma non è così”, ammette Marco Medda di Confesercenti. “Doveva esserci una politica di compensazione, il Comune poteva utilizzare meglio i fondi della tassa di soggiorno, invece sono finiti per i concerti e per il Natale. Le nostre proposte speriamo che vengano riprese dalla prossima Giunta. Ci sono chiese e monumenti da visitare, poi si può scegliere dove andare a mangiare. Un discorso che vale per tuta quanta la città”: Locali in vendita in piazza Repubblica e viale Diaz, ma anche nei rioni periferici, a prezzi spesso non eccessivi: “Vuol dire che rispecchia la remunerazione del locale, quando invece dovrebbe essere ben altra per il prestigio di Cagliari. I cantieri, poi, non hanno portato attrattiva, sono impattanti sull’estetica. A lavori finiti la gente tornerà a frequentare i luoghi” Ma l’attesa potrebbe rivelarsi fatale per altri ristoratori: “Va fatta una politica sul commercio, stiamo trasportando le persone a fare le passeggiate per lo shopping fuori Cagliari, dove non c’è solo il food, ma tati altri negozi. Il food è un campanello d’allarme di ciò che sta succedendo nella nostra città”.










