È anche l’obbligo del green pass dal prossimo 15 ottobre ad aver spinto tanti cittadini, non solo quartesi, a raggiungere piazza Sant’Elena dove, nel sagrato della basilica, Ats e Comune di Quartu hanno organizzato l’aperivax: prima dose e ticket da cinque euro per un drink. A due settimane dalla certificazione verde obbligatoria per poter lavorare in qualunque settore, c’è chi ha preferito il vaccino a tanti tamponi, almeno sino a Capodanno. In attesa, con biglietto e documenti tra le mani, seduto in una delle seggioline rosse piazzate dagli organizzatori, c’è Efisio, 53enne quartese, lavoratore nel settore edile: “Sono qui per farmi il vaccino per poter lavorare. È per il green pass obbligatorio che lo faccio, non per altro”, afferma sicuro. “Non voglio fare un tampone ogni due giorni, mi vaccino perché sono obbligato”. Dalla sua azienda son stati, ovviamente, chiari: o green pass o a casa senza stipendio. “Lavoro da molto tempo nel settore”, prosegue l’uomo. E il drink gratis? “No, lo so che c’è ma non sono qui per quello, ma per il lavoro”.
Un altro neo vaccinato è Riccardo Deidda, 44 anni, boxista al mercato cagliaritano di via Quirra. Ha macinato un po’ di chilometri per vaccinarsi a Quartu, il motivo? “Ho avuto problemi con la tessera sanitaria, appena l’ho avuta son venuto subito. Avrei fatto il vaccino sin da subito, in caso contrario”, sostiene. “Anche per lavorare al mercato servirà avere il green pass, è giusto vaccinarsi”. Non fa il vaccino, quindi, solo per una questione lavorativa: “Lo faccio per tutto. Il drink gratis? Non mi interessa, berrò acqua gassata. Il vaccino? Fatelo, è una questione di rispetto reciproco”.










