“Sono profondamente sconcertata e delusa dalle recenti dichiarazioni del sindaco di Cagliari e candidato alle prossime elezioni regionali, Paolo Truzzu, riguardo Michela Murgia”. Così la candidata del campo largo Alessandra Todde, commenta le dichiarazioni di Truzzu. Il primo cittadino cagliaritano, candidato per il centrodestra alle regionali, intervistato da Klaus Davi, ha dichiarato che non avrebbe mai intitolato una via o un monumento a Michela Murgia “perché mi sembra un personaggio più negativo che positivo, nel senso che era una di quelle che voleva insegnare agli altri cosa dovevano pensare e imporgli in ogni caso il suo pensiero. Era una totalitaria, per certi punti di vista”.
“Tali commenti non solo mancano di rispetto alla memoria di una figura che ha contribuito significativamente al dibattito culturale e sociale della nostra isola, ma denotano anche una pericolosa inclinazione a ridurre al silenzio le voci che si levano per promuovere riflessione e cambiamento”, ha aggiunto la Todde, “Michela Murgia era una scrittrice, una intellettuale, una voce critica che con passione e dedizione ha esplorato le complessità della società sarda e italiana, affrontando temi di rilevanza universale quali l’identità, la giustizia sociale e i diritti delle donne. Etichettarla come “totalitaria” per il suo impegno nel promuovere un dialogo critico e per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione è non solo ingiusto, ma anche pericolosamente fuorviante.
La diversità di pensiero e la libertà di espressione sono pilastri fondamentali di una società democratica. Attaccare queste libertà, denigrando chi le ha esercitate con coraggio e integrità, mina le basi stesse su cui si fonda la nostra convivenza civile.
Un monumento o una via dedicati a Michela Murgia non sarebbero solo un omaggio alla sua persona, ma un riconoscimento del suo contributo al dibattito culturale e della sua lotta per una società più giusta e inclusiva. La sua eredità non dovrebbe essere oggetto di attacchi politici ma, al contrario, motivo di riflessione su come possiamo lavorare insieme per una Sardegna che valorizzi la diversità di pensiero e promuova la giustizia sociale.
Invito quindi il sindaco Truzzu a riconsiderare le sue parole e a riflettere sull’importanza del dialogo, del rispetto reciproco e della costruzione di una comunità che riconosce e celebra il contributo di ogni suo membro, anche di quelli con cui potrebbe non essere d’accordo. La Sardegna merita un futuro costruito sull’inclusione, sul rispetto e sulla comprensione reciproca”.









