Trentacinque anni fa la catastrofe di Stava, tra le vittime dell’inferno di fango anche 4 sardi

Trentacinque anni fa la catastrofe della val di Stava: 268 morti tra i quali 4 giovani samassesi che si trovavano in Trentino per lavorare come stagionali. Una tragedia che scosse l’intera nazione e la comunità di Samassi che, ancora oggi, ricorda commossa i quattro concittadini scomparsi prematuramente


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Trentacinque anni fa la catastrofe della val di Stava: 268 morti tra i quali 4 giovani samassesi che si trovavano in Trentino per lavorare come stagionali. Una tragedia che scosse l’intera nazione e la comunità di Samassi che, ancora oggi, ricorda commossa i quattro concittadini scomparsi prematuramente.
Doveva essere un giorno come tutti gli altri quel 19 luglio del 1985 e invece intorno alle ore 12,30 cedette la discarica di rifiuti minerari: i bacini di decantazione, “instabili e insicuri”, come sono stati definiti nella sentenza definitiva, rilasciarono una enorme massa fangosa, che ingoio’, alla velocità stimata di 90 km orari, tutto ciò che incontro’ nel suo percorso. Sino a 40 cm di fango ricoprirono un’area di più di 4 km di lunghezza. Migliaia di soccorritori lavorarono per tre settimane per il recupero delle salme.
Tra le vittime, anche Mariano Scano, Maria Assunta Cara, Maria Rosaria Pitzalis e Luciana Sigura di Samassi. Da allora, importanti iniziative sono state promosse anche da parte dell’amministrazione per ricordare i quattro giovani che, poche settimane dopo, fecero rientro in paese per il riposo eterno presso il cimitero comunale. Oltre a commemorare ogni anno i ragazzi, 4 anni fa gli studenti di terza media si sono recati con una delegazione dell’amministrazione comunale presso il luogo della sciagura.


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