A guardarli non si direbbero uomini e donne di montagna, sì l’imperativo è vincere ma duri quanto basta, ospitali più di quanto si dovrebbe. Almeno in certe occasioni. Un detto dice: l’indice assoluto di buon comportamento è quello di poter sempre tornare dove sei passato. Tanto più se ne sei originario. E’ un legame tipico della nostra gente sarda fino al midollo. In un rapporto figliare che lega tutti alle proprie origini. Come i culugiones fatti di patate di montagna di sapore e odori diversi. Nuscus e saboris antigus. Lo è quando una terra ha i suoi figli in ogni parte del mondo oggi e, in ogni parte del mondo ieri a lavorare nei mestieri più duri, ad iniziare dalle miniere di tutta Europa. La pala di miniera infatti, Monumento ai Is Minadoris, celebra le gesta nella Via Roma – Su Stradoni. La storia parla di questo piccolo paese dal 1362 anno in cui è citata in una bolla reale Spagnola di cui rimangono le ospitali (di legno carceri) ed alcuni rimandi storici.
Torniamo a giorni nostri. SU PRUGADORIU 2013, 17essima edizione, rinnova ormai un antico ed emozionante rito, pagano e nello stesso tempo religioso. Strano che non vi sia a Seui una Via Cagliari, perché la maggiore via di salvezza e di lavoro dagli anni cinquanta era nel Capoluogo di Regione. Seui è il primo paese dell’Ogliastra, piccola e stupenda ex Provincia. Il legame con Cagliari lo dimostra il successo dell’Associazione seuesi a Cagliari e nel Mondo di cui il Presidente Antonio Anedda ed i suoi collaboratori, sono un motore della festa con l’attuale Giunta comunale ed il Sindaco Marcello Cannas cui non manca la testardaggine seuese. Perciò dalla collaborazione non poteva che venire un ulteriore conferma che gli odori, i sapori, gli incontri fanno della diciassettesima edizione la conferma del successo di qualità e di partecipazione. Tui puru in bida. L’aria ti cambia anche l’accento chiagliaritano ma se ci sono in questi giorni ventimila uomini e donne, capiamoci bene 15.000 beninti de Casteddu. I bar dei seuesi sono nella storia ma incontri chi non ti aspetti, per averne perse le tracce, e scopri che ha natali o origini nel piccolo paesino ogliastrino. Ti capita di incontrare professori universitari, cultura, persone note e meno note che vedi ed incontri per le vie de Casteddu. Ad arrivare a Cagliari doverosamente in treno, ai tempi di mio nonno, ci volevano circa sei ore e dieci lire. Parliamo della metà degli anni sessanta. Ora si chiama Trenino Verde, com’è verde la gioia e su spassiu, nel viso di chi festeggia. A dire il vero forse più del verde il viso ed il naso danno sul rossiccio ma non si dice. Da venerdì 31 sino a domenica tre novembre, altro che Purgatorio è un paradiso come tanti dicono e scrivono. Oggi, nella piana del Nuraghe di Ardasai, sarà rievocata la battaglia fra barbaricini e romani. Si, perché prima di Monte Arbu c’è un nuraghe. Vi visse per tanto tempo una persona. Aveva un nome ed una solidarietà tipica dai pastori e agricoltori. Visse dentro il nuraghe, dopo essere rientrato dall’estero, per tanto tempo, ma certo non gli manco mai il sapore, gli odori di culurgiones, porchetto arrosto e civaxeddu prena e dolci. Tanto apprezzava quanto apprezza chi è qui questi giorni. Qualcuno è mancato alla non improvvisata manifestazione. Qualcuno non c’e’. Avrà avuto altri impegni come si diceva: l’importante comunque è poter tornare sempre dove sei stato. Di certo tanti torneranno alla diciottesima edizione. Ed ora in coro passami su binu, donami una tassa tralala. Mangiamo con le mani. Che grezzi. Saludi a tottusu. Gianfranco Carboni













