In diretta youtube, la società Bidimedia ha reso noti in serata i risultati relativi a un sondaggio su gradimento dei candidati presidente e sulle intenzioni di voto per la sfida elettorale del 25 febbraio in Sardegna. Mille persone su 1945 contatti sono state interpellate online sui social tra il 31 gennaio e il 1° febbraio dai 18 anni in su.
La prima domanda sulla valutazione dell’operato del presidente uscente Solinas è per lui una bocciatura sonora: solo il 21% degli interpellati la considera positivamente.
Ma il disastro Solinas pare non aver indebolito il centrodestra, la coalizione è esattamente la stessa: le liste di centrodestra vengono stimate al 48,5%. Truzzu al 46%: significa che il candidato non traina le liste ma ne è trainato, il che in un ipotetico quadro di governo indebolisce molto il ruolo del presidente che rischia di essere ostaggio dei partiti, anche se nel caso di Truzzu la spinta più forte arriva proprio dal suo partito, Fratelli d’Italia che è stimato al 23,1% (Forza Italia al 6,4%, Lega al 5,4% e Psd’Az al 4,1%. Sotto il 4% le altre liste). Insomma, considerando i numeri su Solinas e quelli sui partiti di centrodestra, sembra che il presidente uscente abbia governato da solo: è lui a essere messo sotto accusa, mentre i partiti che pure hanno governato con lui per 5 anni vengono “assolti”.
Leggermente sopra le liste del centrosinistra, stimate al 41,1% (Pd al 15,6, Cinquestelle al 10% e Progressisti-La Base al 2,9%) è la candidata Alessandra Todde al 41,9%. Dunque un risultato personale leggermente migliore di quello delle liste e, considerando il margine di errore, una partita ancora aperta.
Sempre secondo il sondaggio Bidimedia, terzo posto per Renato Soru, con le liste al 9,8%, Azione con il 3,7% supererebbe il 3,5% di Progetto Sardegna, e il candidato presidente all’11,1%: con questi numeri, la coalizione sarda rischierebbe di non supererebbe lo sbarramento del 10% previsto per le coalizioni.
Ultima Lucia Chessa con Sardegna r-esiste, 0,6% alla lista e 1% alla candidata presidente.
Eclatante ma non sorprendente il dato sull’astensionismo, stimato intorno al 50%. E importante anche quello degli indecisi, che sono il 25%: una fetta di elettori a cui tutti gli aspiranti governatori possono ambire ad attingere.
Il sondaggio, annunciato già da ieri, sta rimbalzando sui social, da cui è nato, scatenando diversi commenti. Al netto del fatto che chi è in vantaggio si blinda, fra gli utenti emergono perplessità sul metodo utilizzato, ovvero quello della consultazione online sui social e sulla possibilità, utilizzando account diversi, di votare più volte. Fra qualche giorno, 15 prima del voto dunque da lunedì prossimo, non sarà più possibile pubblicare sondaggi.












