Un racconto di fragilità e altruismo. Una giovane vita non fortunata che ha deciso di salvarne delle altre. Un ragazzo si è tolto la vita nel carcere di Uta, e ha donato tutti i suoi organi: il suo cuore è andato a una ragazza di 19 anni affetta da cardiomiopatia. Ha salvato 5 vite, “un’anima fragile ma forte, dolce e generosa, che ha trovato la forza di donare vita anche nel momento più buio”. La sua storia è stata resa nota a fine novembre da Irene Testa, sempre in prima linea per la difesa dei diritti di tutti, e attraverso il ricordo della sorella del giovane ragazzo di 27 anni, si apprende la volontà di donare i suoi organi, già da tanto tempo. “Credevi che il tempo non finisse mai, nelle nuove vite, nel ritorno del tempo, e ora vivi nei cuori di chi ha ricevuto il tuo dono. Hai donato nuova vita a chi ne aveva bisogno.
Ti ricorderò sempre per il tuo sorriso dolce, il tuo spirito libero, il tuo amore e le tue passioni.
La tua storia non finisce qui, vive nei nostri cuori e nelle vite di chi hai salvato. Mio Fratello – prosegue la ragazza – già anni fa’ aveva deciso di donare i suoi organi. Ha donato il suo cuore a una ragazza di 19 anni affetta da cardiomiopatia, il fegato è stato donato ad un uomo di 68 anni affetto da grave epatopatia, il rene destro ad una donna di 44 anni affetta da insufficienza renale ed il pancreas e il rene sinistro sono stati donati ad uomo di 47 anni affetto da una grave forma di diabete”.
“La vita non è stata buona con lui ma lui invece è stato generoso con le vite di altri” esprime Testa.
“Era una sua volontà scritta da tempo. Lo scrivo perché voglio che si sappia di questo suo importante gesto. Voglio che si sappia che la sua vita non valeva meno di altre anche se detenuto”.











