I sogni che gli sono rimasti in tasca sono due: un’auto speciale, adatta alla sua disabilità, e il poter rivedere le corsie dell’ospedale. A 57 anni Maurizio Corona, cagliaritano, non chiede o spera altro. Bloccato su una carrozzina da una distrofia muscolare “che mi sta distruggendo giorno dopo giorno”, ammette di essersi trascurato negli ultimi anni ma, in parallelo, di non avere mai trovato nessuna mano disposta ad aiutarlo, a parte le due che ha la moglie Eliana. Insieme, però, non riescono a fare tutto: “Le visite di routine come i day hospital, la fondamentale fisioterapia e le terapie, ecco cosa mi manca”. I soldi per mangiare non mancano, fortunatamente. Tra il suo assegno di invalidità e i nove mesi all’anno di lavoro della moglie la pancia si riempie, ma il corpo non si riesce a curare. E i dolori, anche al minimo sforzo, sono diventati quasi insopportabili: “C’è qualche associazione che si occupa di trasportare le persone come me da casa all’ospedale e viceversa? Anche un loro aiuto sarebbe davvero importante”, osserva Corona. E, effettivamente, esistono onlus, aiutate dai Comuni, che si occupano di garantire l’andata all’ospedale e il ritorno a casa dei disabili.
“Ho aperto una raccolta fondi, purtroppo da un po’ di tempo non sto più ricevendo donazioni. La somma di 25mila euro è indispensabile per l’acquisto dell’automobile, ogni singolo aiuto, anche se piccolo, per me diventa fondamentale per continuare la battaglia contro la distrofia muscolare”.









