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Chiusura di porti e aeroporti e delle “principali attività” per 15 giorni. L’ipotesi, che si concretizzerà in caso di aumento dei contagi, è stata sollevata direttamente dal presidente della giunta regionale Christian Solinas. Nessuna certezza sulle attività che dovranno fermarsi (saranno oggetto di specifiche ordinanze ancora da venire), ma l’accenno a misure economiche di supporto sembra indirizzare verso quelle dove c’è il contatto con il pubblico. E tra i ristoranti e i piccoli negozi di vicinato è sceso il gelo.
“E’ un disastro”, dichiara Marco Medda, presidente di Confcommercio della provincia di Cagliari, “perché noi prendiamo tutte le precauzioni. Io posso capire le chiusure ai centri commerciali, ma i negozi di vicinato, quelli che rispettano le regole e che fanno entrare le persona uno alla volta, perché chiuderli. Non ha proprio senso”.
“Io posso fidarmi del Cts e delle cifre sulla diffusione dei contagi è stato fatto affinché noi arrivassimo a questo, c’è stata la pianificazione affinché per scongiurare la situazione attuale?”, chiede Emanuele Frongia, responsabile Fipe Confcommercio Sud Sardegna, “il Governo ha detto che arriveranno gli aiuti con la prossima finanziaria, ma voglio vedere chi ci arriva al 2021. Perché chiudere adesso per 15 giorni potrebbe significare per molti le aziende la chiusura definitiva. Senza uno scenario chiaro chi avrà intenzione di investire il proprio patrimonio? Sarebbe ottimo se ci fosse contemporaneità tra il provvedimento e il sostegno economico, invece di rinviare quest’ultimo a un momento successivo”.