Rifondazione si sta occupando già da tempo del fenomeno “consulenze” legate ai progetti che sono stati messi in campo dal governo regionale con fondi europei, nazionali e del proprio bilancio. Il Consigliere Regionale Alessandro Unali, infatti, a seguito di varie segnalazioni di cittadini, presenti nelle liste Insar e mai convocati per le selezioni e di alcuni disoccupati inseriti nei vari percorsi di Politiche Attive non adeguate, ha inviato alcune richieste di accesso agli atti, direttamente alle Agenzie interessate e all’Assessorato al Lavoro.
L’Assessorato, tenuto ai controlli, dovrà prendere i provvedimenti necessari sulle eventuali irregolarità che dovessero essere riscontrate, ma la cosa che più ci sconcerta, riferisce il Segretario Regionale di Rifondazione, Giovannino Deriu, è che i progetti e le ingenti risorse che si spendono, ci dimostrano che i soldi ci sono, ma sono utilizzati per attuare la solita politica dei bonus, degli incentivi, dei tirocini, della privatizzazione dei servizi, della formazione professionale che riproduce se stessa e che non produce lavoro vero. Progetti che umiliano e mortificano i lavoratori in mobilità in deroga che non percepiscono l’indennità da mesi, ma che vengono ripetutamente orientati, formati e “profilati” da più soggetti pubblici e privati, senza prospettive concrete. A fronte, infatti di consulenti ed enti privati lautamente remunerati, selezionati con modalità di natura privatistica, eserciti di disoccupati sono vittime di continui progetti sperimentali di dubbia ricaduta. Giovani costretti ad emigrare e ultracinquantenni umiliati nella loro dignità di lavoratori e in continuo tirocinio formativo.
Troppi consulenti e incarichi super remunerati oltre che nei vari progetti, si riscontrano anche nella cosiddetta Assistenza Tecnica e Supporto all’Autorità di Gestione dei POR gestiti dalla Regione, in continuo aumento (solo per la fase finale e di chiusura del POR Sardegna FSE 2007/2013, sono subentrati tramite le società d’appalto e sub-appalto altri 31 esperti per una somma ulteriore di oltre 3 milioni di Euro).
Il fenomeno non può certo attribuirsi esclusivamente ai dirigenti nominati e spacciati per grandi luminari competenti, ma principalmente è da attribuirsi ad una responsabilità politica complessiva che continua a indirizzare le scelte in base a basse operazioni clientelari che accontentano i pochi privilegiati e lasciano fuori tutti i sardi e i loro diritti. Per cui risulta doveroso richiamare il Presidente Pigliaru e tutta la sua Giunta ad assumersi tutte le responsabilità rispetto a quanto sta emergendo.












