Gli erogatori privati di prestazioni di riabilitazione globale della Sardegna scendono in campo contro la Regione e l’assessorato della Sanità e sono pronti ad azioni eclatanti se non verranno ascoltate le ragioni del disagio. Più volte, i centri riabilitativi hanno segnalato la situazione di stallo, le gravi difficoltà dei gestori e le incertezze per gli assistiti e per i lavoratori che accusano blocchi di stipendio e rischi di riduzione di orario o di possibili licenziamenti. Ad oggi purtroppo dobbiamo constatare la mancanza di una concreta iniziativa o provvedimento risolutorio per la rideterminazione delle tariffe della riabilitazione territoriale e dei requisiti minimi di accreditamento, a discapito dei disabili sardi. “Assicuriamo il 98% delle prestazioni riabilitative, e per alcuni regimi anche fino al 100% della riabilitazione globale sanitaria e sociosanitaria, dirette al recupero funzionale e sociale dei soggetti affetti da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali dipendenti da qualunque causa”, spiegano i rappresentanti di Acri, Aias Cagliari, consorzio Consalus e Gena Opera Gesù Nazareno. “Nel complesso i centri riabilitativi assistono quotidianamente circa 6000 persone con l’impiego, ogni giorno, di circa 3500 operatori. Ora ci troviamo nuovamente di fronte al riproporsi di una situazione di grave difficoltà, nonostante la recente audizione dei gestori avvenuta nella commissione regionale della Sanità in raccordo con la commissione Bilancio il 21 febbraio 2023”.
La situazione relativa alla gestione, nel corso degli ultimi 12 anni, sia a causa delle spese generali confermate dall’andamento dell’indice Istat del 21% dal 2011 al 2022, sia per il costo del personale in servizio, cresciuto del 16% sempre fra il 2011 ed il 2022. Se non ci sarà una risposta adeguata da parte della Regione con un immediato adeguamento delle tariffe, saremo costretti, nostro malgrado, a scendere in piazza per manifestare tutto il disagio degli assistiti e delle loro famiglie, nonché quello di procedere poi al licenziamento del personale e quindi ridimensionamento ed alla chiusura dei Centri, con gravissime ed inevitabili conseguenze per l’utenza di un essenziale, insostituibile ed irrinunciabile servizio di pubblico interesse. I Centri di riabilitazione chiedono a gran voce di poter salvaguardare il diritto di migliaia di sardi alle terapie riabilitative sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali dirette al recupero funzionale e sociale e fare fronte alle esigenze di migliaia di pazienti in lista d’attesa in continuo aumento. Inoltre chiedono alla politica di poter salvaguardare il posto di lavoro di migliaia di operatori dei Centri di Riabilitazione della Sardegna e la stessa funzionalità dei centri riabilitativi della Sardegna. Le tariffe dei servizi riabilitativi bloccate dalla Regione Sardegna, sono ormai ferme al primo gennaio 2011. Per questo i centri riabilitativi chiedono di avere risposte concrete da parte della Regione entro il 3 aprile per evitare la manifestazione pubblica di protesta degli assistiti, delle loro famiglie e degli operatori dei centri riabilitativi e dell’avvio della sospensione dei servizi, prevista per il 04 aprile”.










