Sant’Antioco sotto attacco del colonizzatore Paolo Maninchedda, l’Assessore regionale dei Lavori Pubblici che, come un novello “padre padrone”, decide le sorti della comunità antiochense, arrogandosi il diritto di bypassare le istanze dei cittadini e, con ogni probabilità, anche quelle dell’amministrazione comunale. Con la delibera N. 40/18 del sei luglio scorso (Piano straordinario per il Sulcis”. Rimodulazione interventi infrastrutturali sulla viabilità e la portualità di competenza dell’Assessorato dei Lavori Pubblici) Maninchedda ha deciso di definanziare le opere portuali di Sant’Antioco (9 milioni di euro), parte di quelle destinate ai porti di Carloforte (4 milioni) e Calasetta (6 milioni), nonché l’adeguamento della SP 77 di San Giovanni Suergiu (3 milioni di euro), a favore della famigerata circonvallazione Sant’Antioco-Calasetta. E questo nonostante una buona parte dei cittadini abbia più volte espresso parere contrario all’opera, evidenziandone l’inutilità manifesta. Ma tant’è. Maninchedda e Pigliaru hanno comunque stabilito che adesso è determinante reperire le risorse per procedere anche con le gare d’appalto relative alla circonvallazione (per il nuovo collegamento terrestre le procedure di gara sono state avviate tempo fa).
È evidente che lo spirito del Piano Sulcis è morto e sepolto: ai cittadini è rimasta la possibilità di accettare passivamente quello stabilito nelle comode stanze dei bottoni. Bisogna stare zitti e, a testa bassa, prendere quel che passa il convento. Il messaggio è che o stringi quello che ti viene concesso, oppure perdi i finanziamenti e chissà quando mai passerà un treno così. E meno male che il Piano Sulcis doveva essere un progetto per il rilancio del territorio, concordato con le comunità coinvolte. Oggi sembra invece lo strumento con cui la Giunta regionale cerca di farsi bella mostrando quanti soldi riesce a spendere. Ma la verità è che sta fallendo su tutti i fronti.
E così, dobbiamo dire addio al sogno di sviluppo del porto di Sant’Antioco e, più in generale, di tutta la portualità dell’arcipelago sulcitano. Sarebbe curioso capire con chi il novello “padre padrone” si è confrontato per giungere a una decisione così netta e inaspettata. E sarebbe altresì curioso capire cosa ha dire in merito l’amministrazione comunale. Si consideri che, nella succitata delibera, si dice in maniera del tutto generica che i fondi per la portualità verranno successivamente reperiti con un atto di programmazione che però non esiste. Il punto è che Sant’Antioco (che sempre nella delibera di cui sopra viene considerata poco più di una servitù di passaggio) desidera da tempo immemore la riconversione del ponte, e non già una circonvallazione di cui non sa che farsene. Un’infrastruttura, sia chiaro, che è un vero e proprio attentato all’isola di Sant’Antioco.