“Salviamo il porto di Cagliari, 700 operai a rischio: le banchine rischiano di diventare un deserto”

L’sos del presidente del Consiglio comunale Edoardo Tocco: “Emergenza, subito investimenti per far ripartire il porto sennò sara la fine di un sogno”


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“Occorrono investimenti e sviluppo per il motore del capoluogo. La ripartenza del porto non può attendere ancora. E’ assolutamente indispensabile che possa riprendere la partita per l’affidamento del terminal, dopo lo stop alla Pifim. L’imperativo è quello di evitare il declino di un’infrastruttura utile a riaccendere l’economia”. Non si arrende il presidente del Consiglio comunale Edoardo Tocco che, nonostante l’amarezza per il semaforo rosso arrivato dall’Autorità per il sistema portuale della Sardegna, esorta a ridare ossigeno al porto canale. L’assemblea civica si occuperà della crisi dello scalo attraverso un ordine del giorno. “Non vogliamo certo restare indietro rispetto a questa emergenza. L’agenda ci impone di trovare soluzioni. Penso – prosegue il responsabile dell’aula di Palazzo Bacaredda – che sia necessario dare una svolta per la gestione di un’infrastruttura in grado di diventare un polo occupazionale tra i più importanti dell’Isola”. Oggi, poi, la protesta inaspettata di gran parte dei lavoratori della Cict, un antipasto del sit in di domani sulla scalinata della basilica di Bonaria.

 

“Pochi giri di parole: 120 i lavoratori diretti, oltre 700 gli operai dell’indotto. Ecco perché – auspica Tocco – mai come in questo momento tutte le istituzioni devono assumersi la responsabilità, con una sinergia utile per trovare le risorse in grado di dare una prospettiva ad una realtà tra le più importanti del Mediterraneo”. Autorità portuale della Sardegna, Regione e Comune devono disegnare il futuro del porto canale: “Dobbiamo scongiurare il rischio che le banchine che si allungano verso Macchiareddu diventino un deserto. Sarebbe la fine di un sogno – conclude Tocco, sferzando le forze politiche e sociali – Abbiamo le personalità giuste per procedere ad un nuovo progetto. Serve un atto di coraggio per attivare un processo economico che possa attivare nuovi investimenti e restituire speranza ai dipendenti del porto canale, traducendosi in occupazione e prospettive per i lavoratori che operano nello scalo”.


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