“I dati allarmanti sono destinati a durare anche in futuro. Centomila degli oltre quattrocentomila obesi sono di tipo grave. Anche gli adolescenti, uno su cinque è già soprappeso. Mancano informazioni su uno stile di vita corretto, non si fa prevenzione e sensibilizzazione neanche a scuola”. Alessandro Boi, dottore e all’ultimo anno di Medicina sportiva, che opera al Centro obesità del San Giovanni di Dio, analizza quella che è una situazione ormai sfuggita a ogni controllo: il vertiginoso aumento di obesi in Sardegna. In parallelo, è il trionfo di malattie: una su tutte, il diabete. Che fare? Non serve avere una laurea per intuirlo, ma serve farsi seguire da chi ha una laurea specifica in materia.
“Dieta equilibrata e attività fisica. Molti ragazzini seguono una dieta fai da te, magari imposta dai genitori o copiata. Ecco, è un errore. Bisogna affidarsi a esperti e nutrizionisti. E fare tanto sport, non esistono infatti diete che funzionano se non sono accompagnate dal movimento quotidiano. A tavola devono trionfare verdura, frutta e legumi. Una bibita gassata una volta ogni tanto, fritti quasi mai”. L’obesità fa da apripista a malattie molto gravi e rischi da bollino rosso: come un infarto o un ictus. “I medici danno le linee guida, spetta poi al paziente avere la forza di volontà per seguirle. Bisogna cambiare lo stile di vita. Molto consigliata anche la visita non agonistica, utile per scoprire eventuali patologie congenite, anche in età adulta”.










