Con un nome degno del titolo di una fiction televisiva, i medici in affitto sarebbero dovuti arrivare in Sardegna e, a 80 euro più iva all’ora, salvare le sorti dei pronto soccorso turistici e dare sollievo a quelli cittadini, risparmiando loro una pressione eccessiva. La Regione aveva messo a disposizione un milione e mezzo di euro per un’operazione che, secondo il governatore Solinas, era l’unica possibile per evitare il collasso e garantire il primo soccorso ai turisti. L’alternativa? La chiusura di quei presìdi e l’inevitabile riversarsi sui pochi altri sopravvissuti, con conseguente sovraffollamento e turni senza fine del personale.
A placare polemiche e proteste ci hanno pensato proprio loro, i medici in affitto, che hanno totalmente snobbato la Sardegna: il bando della regione, pubblicato dall’Ares il 1 giugno e attivo per 10 giorni, è andato deserto, nessuna delle agenzie che gestisce la collocazione temporanea dei medici ha partecipato.
Ora il rischio, come detto, è la totale paralisi del sistema di emergenza-urgenza, alla vigilia di un’estate che si preannuncia da record e nel pieno di una nuova ondata di Covid che avrà il picco a fine luglio. Secondo Solinas quella dei medici in affitto era l’unica strada percorribile per non collassare: e ora, che soluzione troverà?












