Lunghe code e caos, ancora una volta, fuori dal pronto soccorso del Policlinico di Monserrato. Il fatto che il Brotzu “gli faccia compagnia” (alle 20:30, stando ai dati di Sardegna Salute, ci sono trenta persone in attesa di essere visitate nel più grande ospedale sardo e, dentro, tre codici rossi, quattro gialli e due verdi) non porta certo a poter esclamare “mal comune, mezzo gaudio” per chi lavora nel polo sanitario ai bordi della Ss 554 (stesso orario del Brotzu, ventinove pazienti in attesa e, dentro ben sei codici rossi, tre gialli e un verde). Nell’Isola c’è un grosso, grossissimo problema: solo due ospedali con relativi pronti soccorso a disposizione di mezzo milione di persone, il Santissima Trinità e il Marino sono ancora praticamente off limits. E arrivano le storie, raccontate dai soccorritori, che fanno ben capire quale sia la situazione. O.P., “per favore, non mettete il mio nome perchè rischio grossi guai”, è uno dei soccorritori di una delle cooperative di ambulanze di Cagliari. “Alle undici siamo arrivati al Policlinico con, a bordo, un uomo di circa trentacinque anni che è positivo al tampone antigenico e che ha dolori forti al torace. Gli hanno fatto il triage”, racconta il soccorritore, “per il tampone molecolare, invece, nulla. L’attesa è di otto ore, e non siamo gli unici ad essere qui: ci sono anche altre dieci ambulanze”.
Che fare, in questi casi? Attendere, fermi nella strada che costeggia l’ingresso del pronto soccorso, con il paziente a bordo: “Ora sta meglio”, sospira O. P., consapevole che dovrà restare fermo ancora a lungo, di sicuro sino a quando non arriverà qualcuno, dal pronto soccorso, per avvisare che è arrivato il momento, tanto agognato quanto importante, del tampone molecolare.









