Ormai la storia è conosciuta e tristemente si ripete. All’arrivo della bella stagione iniziano gli sbarchi dei migranti e parte di essi viene dirottata a Cagliari. E’ dunque evidente che non si può più parlare di emergenza ma di negligenza ad affrontare il problema. Non è neanche corretto attaccare ogni volta il sistema nazionale dell’accoglienza chiamando in causa leggi nazionali ingiuste, perché le si conosce da tempo e volutamente si tace per tutto l’anno.
La verità è che non si è voluto affrontare il problema dei profughi per tempo e per dire il vero non ci si pone neanche il problema di come attuare politiche per l’integrazione per coloro che vogliono vivere nella nostra città. Il 14 febbraio 2016 è scaduto il bando per la partecipazione degli enti locali al bando SPRAR e non risulta che il comune di Cagliari abbia fatto domanda di partecipazione. A Gennaio 2016 è stata presentata un’interrogazione dal gruppo Sardegna Sovrana, che sollecitava l’assessore di competenza, ma nulla è stato fatto. Certo gli SPRAR non risolvono integralmente il problema, ma sono pur sempre un inizio. Non sorprendono neanche le ultime vicissitudini che chiamano in causa le cooperative che gestiscono l’accoglienza. L’anno scorso un intervento di Don Ettore Cannavera richiamava l’attenzione delle istituzioni sui possibili rischi legati al mancato controllo della gestione dei profughi. Sarebbe opportuno che si creasse un elenco delle associazioni o cooperative che hanno i requisiti necessari per poter far fronte ad un cosi gravoso compito. Non si tratta solo di dare un letto alle persone ma anche di rapportarsi con diverse realtà culturali che inevitabilmente i migranti esprimono. Come mai allora non vengono impiegati i mediatori culturali? Certo questo non è un compito che può accollarsi la Prefettura e neanche le forze dell’ordine, questo è un compito che deve avere la politica che invece tace.
Le conseguenza poi sono inevitabili. Oltre alle proteste, legittime dei richiedenti asilo, che non vogliono rimanere in Sardegna, si sommano i malumori dei residenti che vedono modificato il loro vivere quotidiano. Da qui il mantra della sicurezza che alcuni cavalcano alimentando possibili tensioni sociali prive di ogni fondamento. Il rapporto Sardegna 2015 pubblicato dalla Regione dovrebbe essere letto attentamente da gli appassionati della cronaca. I numeri al riguardo sono chiari e le persone straniere denunciate per le quali è iniziata l’azione penale sono alquanto minoritari se rapportati agli autoctoni. Non esiste dunque un problema reale sulla sicurezza esiste invece una cattiva percezione del fenomeno migratorio il che è diverso. Questo non significa che non esistono problemi, ma che devono e possono essere adeguatamente affrontati e superati se si è capaci di mettere in campo politiche attive per la migrazione.
Roberto Mirasola
Cagliari Capitale












