Straordinaria scoperta, bronzetto nuragico trovato in un sito sommerso nel Lazio

Si tratta di una figurina di bronzo fusa, che assume una posizione tutta d interpretare. Un personaggi con corpo e copricapo scanalato, che tiene nelle mani poste al termine delle esili braccia, due oggetti circolari forati. Il viso e soprattutto la resa degli occhi sono molto simili ad alcuni bronzetti sardi


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Una statuina simile ai bronzetti sardi trovata a Viterbo. La straordinaria scoperta archeologica nell’ambito delle attività di ricerca finalizzate all’individuazione e alla migliore conoscenza dell’area occupata dall’insediamento protostorico sommerso del Gran Carro di Bolsena da parte del Servizio di Archeologia Subacquea della Soprintendenza in collaborazione con il Centro Ricerche Archeologia Subacquea finalizzate ad una migliore conoscenza del complesso archeologico sommerso ai fini della tutela, e di una sua eventuale valorizzazione.

Per la prima volta è stata indagata una porzione dell’Aiola, l’accumulo monumentale di pietre di cui ancora non si conosceva la funzione, posizionata poco più a nord della nota palafitta della prima età del Ferro.

Ad una prima analisi dei dati, dovrebbe trattarsi di un’area dedicata al culto all’aperto formatosi nel tempo, probabilmente da un nucleo centrale più antico che mano mano si è espanso proprio per la natura dei riti che venivano eseguiti e che prevedevano l’accensione di fuochi nella parte superiore, dove la superficie è piana, e il seppellimento di offerte di cibo combusto in vasi biconici coperti da scodelle nelle parti più scoscese sui lati del tumulo, che è risultato solo ricoperto di pietre e formato essenzialmente da strati di cenere, carbone e terreno.

Tra gli oggetti rinvenuti, certamente da un livello della prima età del Ferro, emerge un busto di una figurina di bronzo fusa che si inserisce eccezionalmente nello scarso patrimonio finora conosciuto della plastica figurativa protostorica dell’Etruria. Ancora tutta da interpretare la posizione di questo personaggio con corpo e copricapo scanalato, che tiene nelle mani poste al termine delle esili braccia, due oggetti circolari forati dei quali è ancora incerta la connessione con le espansioni laterali del copricapo. Questo presenta un viso e soprattutto una resa degli occhi molto simile ad alcuni bronzetti sardi, con richiami iconografici anche nel geometrico greco, tuttavia l’incredibile importanza del rinvenimento risiede proprio nella sua unicità nel panorama della plastica figurativa villanoviana.


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