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Inferno nel carcere di Uta, detenuto incendia la cella: “Agenti intossicati, dateci taser e spray al peperoncino”

di Paolo Rapeanu
14 Luglio 2021
in hinterland, zapertura1

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Inferno nel carcere di Uta, detenuto incendia la cella: “Agenti intossicati, dateci taser e spray al peperoncino”
 Tensione alle stelle nella serata di ieri nel carcere di Uta, dopo una serie di eventi critici che hanno minato l’ordine e la sicurezza e che prontamente sono stati gestiti dal personale di polizia penitenziaria presente. A denunciarlo è Luca Fais, segretario regionale per la Sardegna del sindacato del Sappe: “Un detenuto psichiatrico ha incendiato la propria cella e il fumo si è propagato all’interno della sezione detentiva. Nello stesso istante, un detenuto di un’altra sezione ha tentato il suicidio. L’intervento e la professionalità del personale di polizia penitenziaria ben coordinato dal sottufficiale presente ha impedito che tali eventi degenerassero in tragedia, salvando il detenuto dal gesto inconsulto e poi prontamente intervenuto a spegnere il fuoco e facendo defluire i fumi aprendo alcune finestre del corridoio. Tale intervento è costato l’invio del personale,  4 poliziotti compreso il sottufficiale, presso la struttura ospedaliera esterna per controlli derivati da intossicazione. Per un’unità si è dovuto ricorrere all’ambulanza. Ancora una volta”, spiega Fais, “denunciamo l’ennesimo fatto grave che grazie alla professionalità del personale intervenuto ha evitato conseguenze tragiche. La cosa più inquietante è che a “pagare” il prezzo più alto siano sempre coloro che sono in prima linea ovvero la polizia penitenziaria, addirittura rischiando la propria vita personale nell’adempiere il proprio servizio. Non si può continuare andare avanti di questo passo”, prosegue Fais, “attendiamo chiari segnali dai vertici centrali affinché assumano urgentemente nuovi poliziotti da inviare nei penitenziari della Sardegna in modo tale da permettere al personale di operare in sicurezza ed attuare tutte le attività di osservazione e trattamento, ma mettendo al centro di tali iniziative sempre la tutela dei poliziotti penitenziari”.
“Tale situazione si aggiunge a quanto accaduto pochi giorni fa’ dove un’ altro detenuto si è reso responsabile di aggressione alla massima autorità ovvero il direttore dove, anche in questo caso, l’intervento immediato del personale di polizia ha evitato conseguenze ben più gravi  al dirigente aggredito”, prosegue. “I penitenziari Sardi sono estremamente carenti di poliziotti in tutti i settori e la previsione di un possibile incremento organico  di 22 unità, comunicato pochi giorni fa dall’amministrazione penitenziaria, sono una goccia nel mare in tempesta. I penitenziari della Sardegna detengono un congruo numero di detenuti ad altissimo livello di sicurezza e con numerosi problematiche di natura psichiatrica, pertanto per assicurare tutte le attività stabilite dall’ordinamento penitenziario sono urgentemente necessarie almeno 200 unità, considerato i numerosi pensionamenti che riducono l’organico ogni giorno che passa”. Per Donato Capece, segretario generale Sappe, “ormai è un bollettino di guerra: servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, afferma Capece. “La quotidianità professionale del Corpo di Polizia Penitenziaria non si contraddistingue affatto per violenza ma per operatori della sicurezza che sanno conciliare invece le attività di polizia con quelle di trattamento rieducativo. Ogni giorno giungono notizie di eventi critici tra le sbarre ed aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. E allora è mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino?”.
Tags: carcereuta
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