La nomina a presidente onorario, almeno per lui, è avvenuta ieri: “Giulini è venuto a casa e abbiamo chiacchierato”. Il presidente rossoblù gli ha consegnato la maglia col numero 11, la sua, l’”intoccabile”, quella seconda pelle che “Rombo di Tuono” ha indossato per tante stagioni, inclusa quella leggendaria dello scudetto. 1969-70, ben 23 reti fatte e che hanno permesso al Cagliari di vincere l’unico campionato di serie A. A cinquant’anni esatti di distanza, Gigi Riva esce poco di casa: le rare volte che sceglie di girare ancora per la città non si fa quasi mai mancare una tappa “a Monte Urpinu, è la più bella isola verde che abbiamo”. La parola “isola” che ritorna, nemmeno tanto per caso, per l’”hombre vertical” che ha detto un no grande come tutto il Sant’Elia alla Juventus: “Una scelta della quale non mi sono mai pentito, la mia vita è qui a Cagliari”, spiega, nell’intervista concessa a Casteddu Online. Ha fatto un’eccezione, Riva: di mattina è raro trovare il suo cellulare acceso. Ma oggi, con la nomina speciale di “papà ufficiale” della società rossoblù, ha deciso di fare un’eccezione: “Resto principalmente un semplice tifoso del Cagliari, non avrò nessun tipo di responsabilità dirigenziale”, precisa, “ho deciso di accogliere questo riconoscimento in punta di piedi, l’ho anche detto al presidente Giulini”. L’amarcord, in questo giorno unico, non trova spazio nell’intervista a Riva: è il presente che conta e lui, da “ultras calmo”, preferisce parlare del campionato stellare del Cagliari.
“La classifica parla chiaro, non faccio paragoni con la stagione dello scudetto ma è comunque bello vedere la mia squadra così in alto. Sono riusciti a trovare una buona organizzazione”, afferma, felice, Gigi Riva. Più sogno scudetto o sogno Champions? “Il primo caso lo vedo difficile, ogni partita mi emoziona tantissimo”. E, per la “tristezza” del popolo rossoblù, “Rombo di Tuono” è sicuro nell’affermare che “non andrò più allo stadio. Preferisco vedere le gare alla televisione” e anche un cross sbagliato di Joao Pedro o una disattenzione in difesa da parte di Lykogiannis gli provocano “sofferenza”. E non potrebbe essere altrimenti. Nei cellulari e nelle macchine fotografiche di tanti cagliaritani sono custoditi i selfie ricordo con Gigi Riva, quando trovarlo in giro per la città era tanto normale quanto magico: “Cagliari non è molto cambiata rispetto a tanti anni fa”, osserva Riva, per tempo assiduo frequentatore del rione di San Benedetto, tra una passeggiata al mercato civico e uno sguardo fugace alle vetrine di via Dante. “Altri tempi”.
Adesso, l’eterno numero 11 rossoblù si gode l’intimità della sua casa, come si può capire dalla fotografia dell’articolo, scattata durante il suo ultimo compleanno, lo scorso 7 novembre, insieme ai figli Mauro e Nicola, quest’ultimo entrato proprio oggi nel cda rossoblù. E ogni settimana, per almeno nove mesi l’anno, c’è il “rito” dei novanta minuti più intensi: seguire, tra sofferenza e gioia, le partite del Cagliari.












