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Essere musicisti, con la “mitrarra” possiamo battere anche il razzismo

di federica-lai
22 Giugno 2017
in il-diavolo-sulla-sella, rubriche

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di Gianluca Floris

Agli allievi dei Conservatori.

Gli accadimenti di Parigi, il traboccare dell’odio per le strade altrimenti pacifiche e tranquille, mi hanno fatto pensare. Credo che oramai sia inutile nascondere a voi, allievi aspiranti musicisti, l’urgenza del momento. Quindi ho deciso di dirvelo con parole chiare.

So che molti di voi sono pronti e che non desiderano altro che scendere nel campo di battaglia per combattere gli integralisti. So che molti di voi non vedono l’ora di fare la loro parte per fermare questi bastardi che vogliono portarci la guerra in casa, che vengono ad uccidere noi, i nostri figli e i nostri fratelli. So che non vedete l’ora di reagire con forza ed efficacia alla sfida del fondamentalismo e del terrore.

Mi sembra giusto dirvi adesso la verità: è giunto per voi il momento. È giunto il momento di agire. È arrivato il momento di scendere in campo e di non avere paura. È arrivato il momento di fare quello che deve essere fatto.

Quindi, a tutti voi che studiate in Conservatorio, dico che è arrivato il momento nel quale dovete combattere. E vi dico che diventare degli artisti, dei musicisti, dei professionisti dell’arte, è l’arma più potente ed efficace che esista contro ogni fondamentalismo e ogni violenza che vi vorranno imporre.

Volevo dirvi che un musicista fa musica con altri artisti senza curarsi di quale fede abbia, di quale genere sia, di quale credo politico o se ne abbia alcuno. Volevo dirvi che diventare musicisti, diventare artisti, diventare professionisti musicisti è l’arma più importante che avete a disposizione per contribuire alla diffusione della cultura, che sconfigge naturalmente qualsiasi integralismo, qualsiasi razzismo, qualsiasi nazionalismo.

Perché fare musica vuol dire incontrarsi, capirsi, vibrare assieme ad altri esseri umani. Fare musica vuol dire imparare a capire le altre persone con un’occhiata, fare musica vuol dire imparare a capire il significato di quello che si legge, di quello che si ascolta, di quello che si vede.

È Il momento di scendere in campo per lottare: studiate, diventate musicisti, strumentisti, cantanti, esecutori, interpreti, compositori. Siate artisti, siate professionali, siate capaci. Imparate a suonare e a cantare con gli altri, abbiate rispetto per chi vi ascolta e ringraziate sempre.

Perché ad ogni artista in più, ci saranno dieci integralisti in meno. Perché ad ogni artista in più, ci saranno più persone raggiunte dall’arte. Perché ad ogni artista in più, ci saranno più persone capaci di capirsi. I musicisti tengono viva la testimonianza della nostra cultura: quella passata, quella presente e quella proiettata verso il futuro. I musicisti sono essi stessi testimonianza della cultura che gli integralisti vorrebbero cancellare con la violenza, lo sono perché la cultura musicale, per esistere e per resistere, ha bisogno dei musicisti che la suonano, che la cantano, che la dirigono. Essere artisti musicisti è l’opposto che essere integralisti. L’esatto opposto.

nel suo libro “Imperium”, il grande scrittore/giornalista/viaggiatore Ryszard Kapuscinski arrivava alla sua intuizione definitiva: “Tre piaghe minacciano il mondo: la prima è la piaga del nazionalismo, la seconda è la piaga del razzismo e la terza è la piaga del fondamentalismo religioso.”

Io vi dico che, per combattere queste tre piaghe dell’umanità, essere musicisti è l’arma più potente e definitiva. Un musicista fa musica insieme agli altri, non importa di quali nazionalità siano. Per un musicista si fa musica insieme agli altri, non importa di quale colore sia la loro pelle. Per un musicista si fa musica insieme ad altre persone, qualunque sia la loro fede.

È quindi giunto il vostro momento, ve lo ripeto.
Andate a combattere.
Diventate musicisti.
Diventate artisti.

 

 

Tags: CagliariconservatorioFlorisrazzismo
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