Il Businco? Rischia di chiudere per sempre se davvero si chiuderanno le sale operatori per consentire i lavori di ristrutturazione. Le associazioni scendono in campo per dire che no, le sale operatorie dell’ospedale oncologico Businco di Cagliari non devono chiudere. Le associazioni Socialismo Diritti Riforme Odv, Fidapa Cagliari, Komunque donne, Lilt, Cittadinanzattiva, Maipiusole contro il tumore, Salute donna, Sinergia femminile sono pronte alla battaglia e chiedono audizione in consiglio regionale. “Il Businco ha una storia di avanguardia nella senologia, nella ginecologia e nella terapia del dolore. Non può essere sacrificata per scopi non del tutto chiari. Riteniamo che le decisioni dell’Arnas Brotzu non possano essere unilaterali. Chiediamo il congelamento del progetto e non escludiamo di promuovere una manifestazione pubblica e di inviare un’informativa alla procura della Repubblica. Sosteniamo la necessità che venga promossa una conferenza regionale con personale sanitario e pazienti affinché venga riconosciuta e riaffermata l’autorevolezza dell’ospedale in crisi a causa di scelte sciagurate delle direzioni che hanno favorito la fuga di molti specialisti e la sanità privata”, sostengono le associazioni. “L’annunciata chiusura delle sale operatorie del Businco per una pur necessaria ristrutturazione, non può essere fatta trascurando la realtà. Le pazienti non sono disposte per i prossimi 2-3 anni a vivere nell’incertezza e ad accettare un piano che più che riorganizzare e ammodernare il Businco sembra preludere alla sua definitiva chiusura”, aggiungono. “Le problematiche delle sale operatorie, nonostante le rassicurazioni dei dirigenti, non riguardano solo i sanitari, investono pesantemente chi convive quotidianamente con un tumore e chi ha bisogno di essere presa in carico con le garanzie del rispetto dei livelli essenziali di assistenza e alla appropriatezza delle cure”, concludono.











