Chi vuole salvare la legislatura dice che le irregolarità contestate alla presidente Todde sono minime e sarebbe una conseguenza sproporzionata sciogliere il consiglio. Ma non è così, come sostiene chi invece chi quella decadenza la supporta: si tratta di regole, e sono state violate. Regole chiare: se qualcuno vuole candidarsi deve nominare un mandatario elettorale e aprire un conto corrente dedicato alle spese elettorali. Nel caso della Todde non c’erano né l’uno né l’altro. E se finisse tutto nel solito nulla all’italiana, si creerebbe un precedente pericoloso: chiunque potrebbe non rispettare le regole certo del fatto che poi, in qualche modo ci si può salvare con una qualche sanatoria. In questo caso parliamo di regole messe a punto per evitare provenienza sospetta di denaro e avere un preciso punto di riferimento che garantisca la liceità delle transazioni. Quindi, di sciuro non si tratta di una formalità l’assenza sia del mandatario che del conto corrente, come sostengono numerosi giuristi.
Ma tant’è: la legislatura in qualche modo bisogna provare a salvarla. E così i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico contestano la sproporzione tra gli addebiti mossi alla presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, e le conseguenze che deriverebbero dalla sua decadenza, ovvero lo scioglimento dell’intero consiglio regionale: per questo hanno presentato ricorsi a sostegno di quello già depositato dai legali della governatrice contro l’ordinanza con cui il collegio di garanzia della corte d’appello di Cagliari, lo scorso 3 gennaio ha dichiarato la Todde decaduta da consigliere regionale e di conseguenza da presidente della Regione per irregolarità nelle spese elettorali.
“La decisione del collegio avrebbe conseguenze su tutti i componenti dell’assemblea – spiega il capogruppo M5s Michele Ciusa – e andrebbe a ledere anche un nostro diritto”. Sulla stessa linea Antonio Spano, consigliere del Pd: “Non c’è proporzione tra le contestazioni avanzate e le conseguenze, né rispetto del voto elettorale. Mandare a casa l’intero consiglio per irregolarità amministrative è eccessivo”.
Anche i gruppi Uniti per Todde, Orizzonte Comune e Alleanza Verdi Sinistra stanno preparando ricorsi per appoggiare la linea difensiva della presidente, che ha sollevato un conflitto di attribuzione con lo Stato sulle norme del 1993 che regolano la rendicontazione delle spese elettorali.
A sostegno dell’ordinanza di decadenza si sono costituiti invece lo stesso collegio di garanzia, rappresentato dal giurista Riccardo Fercia, la segretaria dell’organismo Daniela Montoni e un privato cittadino, Salvatore Corrias di Oliena.












