La soluzione è la stessa: anche i poveri di Sant’Ignazio all’Hotel Quattro Mori in Via G. M. Angioy, come i migranti. Con una differenza: i poveri solo per un mese. E il personale che ci lavora, quale sarà la destinazione, anche di quelle persone che sono in affido giudiziario. Una soluzione che grida vendetta al cospetto della miseria e della povertà, soprattutto dei diseredati della Casa di Riposo, o come meglio è stato sempre definito come l’Albergo del povero, a due passi dal Convento dei Frati Cappuccini, quelli per antonomasia chiamati i Frati dei poveri, meglio per i poveri, come Sant’Ignazio, appunto, Fra Lorenzo, Fra Nicola, Fra Nazzareno che da “Lassù” forse saranno tentati a mandare tanti “moccoli”, visto che le preghiere non vengono ascoltate, all’indirizzo di chi rema contro. Allora, diciamo agli Amministratori comunali, sospendete un attimo il provvedimento di “sfratto”, perchè di vero e proprio sfratto si tratta, visto i modi e i tempi, riflettete sui lavori e sulla destinazione. La fretta troppo spesso è cattivo consigliere e non casca il mondo se si cerca di dare una migliore soluzione al problema. Soprattutto facendo sapere quali sono i pericoli, qual è il progetto di ristrutturazione, se esiste e
se è stato approvato e finanziato, e con quali fondi, quali sono gli impegni per la destinazione dell’immobile. Personalmente continuerò a seguire la vicenda, sto raccogliendo dati e testimonianze, acquisirò il dibattito in Consiglio comunale e andrò in Procura, per vederci chiaro, sotto tutti i profili. Non è una minaccia, ma un impegno civile e morale che sento sulla pelle e che ho deciso di assumere, come è mio costume, per un senso profondo di giustizia, ma sopratutto di umanità.
Marcello Roberto Marchi
