Un’accusa gravissima: violenza sessuale nei confronti di una bambina di due anni. Ma alla fine l’uomo, un nigeriano di 23 anni, residente in una casa di accoglienza della provincia di Cagliari è stato assolto dal Tribunale di Cagliari: il fatto non sussiste. E’ innocente, ma intanto ha dovuto trascorrere un anno e mezzo in una cella del penitenziario di Uta. Durante la detenzione tutte le richieste di scarcerazione o misure alternative avanzate dall’avvocato dell’imputato Maria Gabriella Pirisi, sono state respinte nel nome della tutela della minore.
Ieri il pronunciamento dei giudici che hanno sancito la non colpevolezza dell’africano che è scoppiato a piangere e si è detto sconcertato per i 18 mesi trascorsi in cella da innocente.
La storia. I fatti risalgono al maggio 2020 quando il 23 enne nigeriano, ospite di una casa famiglia della provincia di Cagliari faceva da babysitter a due bimbi molto piccoli. Al momento del bagnetto la mamma della bimba si accorge delle resistenze della piccola che perdeva anche sangue e che, interrogata, faceva il nome del babysitter. La bambina è stata ricoverata e messa sotto osservazione e ha seguito il percorso rosa per sospetto di abusi sessuali. Gli specialisti però non trovano nulla di strano. Non solo. La piccola non ha traumi e nei disegni collocava l’imputato nel proprio ambiente familiare. Nel corso del dibattimento le ginecologa esclude la compatibilità della lesione della minore, lineare e superficiale, con una violenza sessuale.
“Lui si è sempre professato innocente” dichiara Maria Gabriella Pirisi, legale dell’immigrato “non si è mai smosso. E’ rimasto sconcertato: da incolpevole a 22 anni è stato privato della propria libertà senza aver commesso alcun reato. Era un calciatore che si stava avviando al professionismo. La sua vita è stata rovinata a 22 anni per un’accusa infondata. Al momento della sentenza si è commosso”.











