Sacchi neri, poi secchi ripieni di cemento, piastrelle frantumate, reti arrugginite e, ogni tanto, scarti di cibo che attirano topi e blatte. Succede a Cagliari, nella zona delle case popolari di Mulinu Becciu. I residenti da anni protestano contro i fumi tossici che, negli ultimi tempi, sono ricomparsi a causa di chi brucia spazzatura. E c’è chi, nell’indifferenza generale, continua ad ammassare spazzatura. L’sos arriva da una residente, Maria Assunta, 50 anni. La donna ogni giorno deve badare al figlio, affetto da una grave disabilità: “Ha trent’anni e deve trascorrere gran parte del suo tempo sdraiato”, racconta la donna. “Siamo circondati dalla spazzatura, praticamente arriva sin sotto la finestra della sua camera da letto”. Ha paura, la donna, che racconta di aver visto più volte delle persone aggirarsi nei cortili e lasciare i rifiuti: “Non so chi siano, ho comunque timore della reazione che potrebbero avere”. Qualche segnalazione al Comune, però, sarebbe già stata fatta. Ma nulla, purtroppo, è cambiato.
“Viviamo così da anni”, prosegue la donna. “Qui nessuno parla o fa qualcosa, ma temo soprattutto per la salute di mio figlio. Rischia di ammalarsi, anche solo respirando la puzza che arriva da fuori”. Un rischio igienico-sanitario bello grosso, quindi, in un’area che tra l’altro, trattandosi dei cortili di palazzine popolare, dovrebbe essere controllata o dal Comune o da Area. “Hanno anche messo dei materassi”, aggiunge la donna. E non sono gli unici oggetti che spiccano. Nella discarica improvvisata spiccano anche porte in legno semirotte e resti di ruote.












