O si mettono subito in ballo 16 milioni di euro e si fanno i lavori urgenti necessari per rimetterlo in sesto, concludendoli in un anno, oppure l’ospedale Santissima Trinità di Cagliari rischia di chiudere per sempre. Nessuna scorciatoia: o si interviene oppure il capoluogo si ritroverà senza uno dei suoi storici ospedali nel quartiere Is Mirrionis.
Il dato è emerso durante le audizioni in commissione sanità del consiglio regionale sulla legge 40, quella che di fatto introduce una riforma della sanità, fortemente criticata da più fronti, dalla relazione del manager della Asl 8 Marcello Tidore.
In premessa Tidore ha consegnato alla presidenza due note del direttore generale dell’assessorato alla Sanità inviate ai manager “in cui si chiede di non chiudere i bilanci mentre nella relazione al Dl 40 è scritto che i bilanci non sono stati chiusi per nostra responsabilità. Una comunicazione sulla quale farò le mie valutazioni e deciderò se presentarle nelle sedi opportune”. Poi Tidore ha proseguito: “Questo disegno di legge è definito urgente ma di urgente non trovo nulla tra i suoi articoli. Trovo invece una chiara volontà di implementare le funzioni di Ares, anche con una seconda centrale di committenza regionale che a mio parere difficilmente lo Stato accrediterà. Peraltro, una norma così potrebbe essere usata da grimaldello dalle multinazionali, in termini di ricorsi sulle gare. Sembra quasi che il legislatore voglia trasferire su Ares le funzioni dell’assessorato, gettando così le premesse per la creazione di un mostro amministrativo, consegnato a un manager che resterà in carica per cinque anni, cioè il doppio di quanto mediamente resta in carica un assessore. In Italia non esiste nulla di simile”.
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