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Nella Sardegna con tante, forse troppe vertenze lavorative aperte, e tantissime persone alle prese con licenziamenti, casse integrazioni e contratti di solidarietà, il mondo dei trasporti isolano ha protestato a Cagliari, per l’ennesima volta, davanti alla sede della prefettura. E, tra le realtà in crisi, c’è anche quella dei lavoratori del Porto Canale. Uno di loro, Serafino Olianas, è riuscito a conseguire un record decisamente negativo: cassa integrazione con la Cict, poi un nuovo lavoro perso in appena un mese. Insomma, una doppia beffa: “Il primo settembre scorso è partita la cassa integrazione al Porto Canale. Ho iniziato a mandare curriculum in giro e, dal primo al trenta ottobre, sono stato assunto come operatore ecologico per conto dell’Econord”. Tipo di contratto? “A termine. Un mese, ma potevano rinnovarmelo. Ho guidato i camion dell’immondezza e lavorato anche dentro il mercato civico di San Benedetto”, racconta il quarantottenne. “Non sono stato riconfermato”. Stipendio svanito, quindi: “Sì, ma non era nemmeno un granchè. Anzi, era meno dell’attuale cassa integrazione, al lordo. Sono deluso”. Adesso, il futuro per lui si fa a tinte fosche: “Entro il primo settembre, se non cambierà nulla, riceverò anch’io la lettera di licenziamento e partiranno i due anni di Naspi. Prenderò poco più di mille euro ma, pian piano, la quota si abbasserà”.
Olianas, qualche mese fa, era salito alle cronache per aver regalato il proprio gilet di portuale all’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, durante una visita del leader leghista a Cagliari: “Oggi sono deluso. Al di là dei governi non sta cambiando quasi niente, la situazione è critica”. E, forse ancora più di prima, Olianas è intenzionato a fare le valigie e partire lontano dall’Isola: “Penso a Tenerife, ho preso contatti con un mio amico che lavora lì”.