Welcome Berlin, good bye Cagliari, good bye Sardinia. Una storia come tante? Forse? L’eccezione che conferma la regola? Forse. Una vicenda solo di alcuni? Chissà. I nostri conterranei si trasferiscono altrove. Chi rimane? Ragazzi e ragazze capaci, o soliti noti? Hanno coraggio, bisogna darne atto, l’isola perde validi e capaci giovani mentre una classe dirigente – non solo politica – ha perso una visione d’insieme e di prospettiva. La mia generazione è stata fortunata, mio padre minatore in Belgio, mio nonno in Francia, come pure l’altro nonno, oggi miei parenti ripartono come loro. Una storia come tante. Oggi no ieri si, fortunati noi a cui non è toccato. Buongiorno, Andrea Corona. Nato a Cagliari , ha 45 anni – ha vissuto e studiato in città – musicista, ha frequentato il Conservatorio diplomandosi in flauto. Ha poi fatto esperienza a Pescara e Roma ed a Verona ha approfondito composizione sperimentale. Sino a giugno, presso l’Università di Cagliari, è responsabile di un suo progetto scientifico con il quale insieme ad un Team di ingegneri tentano di scrivere la musica in tempo reale studiando in particolare uno strumento difficile come delle launeddas. Produrranno un software che trasferisce sui pc o gli smartphone la partitura immediatamente mentre la si sta suonando, con l’aggiunta, e questa la vera novità, dei toni e del timbro.
Come si trova? Le manca certamente il nostro caldo, il mare ed il sole?
A Berlino mi trovo benissimo, mi manca solo il mare. Mi trovo qui da soli due mesi e ho trovato disponibilità e possibilità che non avrei mai immaginato.
Andrea, come è arrivato nella capitale tedesca?
Sono dovuto andare via, stufo, arrabbiato, noi sardi siamo capaci di farci amare ma anche di odiare la nostra musica, la cultura, il cibo, le tradizioni. Quella parte malata fatta di provincialismo non permette di proiettare nel futuro le nostre ricchezze. Nella capitale tedesca frequento il Circolo dei sardi, sembrano tutti rinati ed i sardi non sono pochi. Di cosa si interessa? Collaboro con gruppo web: Infinigramma/Berlin. Ho scritto un libro sulla relazione tra musica e matematica dal titolo: Teoria musicale e matematica – pubblicato nel febbraio del 2015, il 7 maggio lo presento al Wale Literatur Cafè di Berlino. Il libro sarà composto da due tomi: il primo, come dicevo è già in libreria e sul web, è un libro difficile ma non si poteva fare altro
La matematica è musica, la musica è matematica, dice nella prefazione. Mi spiega?
I suoni e il ritmo delle launeddas non è possibile trasporli sul pentagramma diciamo che non sono facilmente riscrivibili, così per farlo in maniera appropriata è necessario utilizzare la matematica e ciò ha creato enormi problemi di relazione tra la musica e la matematica. Se come penso riusciremmo nell’impresa sarà possibile riprodurre la partitura anche di un gruppo che suona, il software trascriverà le partiture singole, una fotografia con molti pixel con il segnale audio che diviene digitale. Semplificando al massimo è come dire: “Ciaoooo!” arrabbiati e “Ciao, come stai?” con calore, cambia il timbro ed il tono e noi tentiamo di riportarlo – mediante il software -con precisione assoluta di tono nei supporti digitali.
Come mai non ha trovato in Sardegna uno sponsor o qualcuno che comprendesse questa tua idea?
Usano la Sardegna e le tradizioni come spot elettorale, per i propri fini personali non hanno idea delle prospettive, di cosa far fare alla Sardegna fra 10 o 20 anni immaginiamo fra 50. La classe dirigente sarda arriva in certi luoghi quasi esclusivamente per nomina politica e in quei luoghi – finché non ci sarà chi capisce cosa sono i progetti saremmo a punto e capo. I finanziamenti ci sono mentre le condizioni sono proibitive, nessuna azienda può reggere economicamente progetti di tale portata. Io sinceramente, non ho voglia di chiedere nulla ed ero stufo, sono andato via. Fosse per me riporterei i sardi emigrati in Sardegna e quelli che rimangono li manderei due anni da emigrati in qualsiasi parte del mondo al fine di aprire la mente.
Ora che fa, crede di riuscire a portare a termine il suo progetto?
Si, ci metto l’anima, sono ora in luogo in cui ci sono ampie vedute, vivo positivamente, sono ottimista sulla riuscita. Grazie Andrea, nome di tutti: happy new day.
Gianfranco Carboni











