I pasti per celiaci al Brotzu? Non esistono, almeno non nella mensa del più grande ospedale sardo. A denunciare il fatto è la Uil, con una lettera di fuoco inviata dal segretario territoriale Attilio Carta e da quelli aziendali, Fabio Sanna e Antonina Usala, al direttore generale, direttore amministrativo, direttore sanitario, alla direzione Medica al responsabile dell’anticorruzione e trasparenza dell’Arnas Brotzu e al presidente dell’associazione italiana celiaci. “La nostra precedente, decisa, segnalazione è caduta nel solito immenso buco nero organizzativo e amministrativo che caratterizza l’azienda. Anche i dipendenti celiaci hanno diritto alla mensa e in modo adeguato alla loro patologia. Da sempre, primi anni 80, la Uil è stata costantemente impegnata ad affermare i diritti, mensa compresa, di tutte le lavoratrici e lavoratori.
Contribuendo palesemente a rafforzare il senso di appartenenza e coesione sociale in, e fra, tutti i settori lavorativi dell’azienda.
La celiachia è una di quelle patologie con palese impatto sociale che attanaglia anche
l’Italia”.
“Anche all’interno dell’Arnas Brotzu lavorano dipendenti affetti da celiachia. A causa dell’intolleranza alimentare specifica rinunciano ad usufruire del pasto mensa aziendale. Oppure come altri, costretti, ma con grave disagio psicofisico, ad adattarsi, loro malgrado, al menù giornaliero delle persone sane. La celiachia è una patologia cronica di tipo autoimmune che colpisce l’apparato gastrointestinale a seguito dell’ingestione di glutine. Tra l’altro”, sostengono i sindacalisti, “ci è giunta notizia che un operatore, addetto alla distribuzione dei pasti, abbia
tranquillamente confuso la patologia della celiachia, con la rispettabilissima scelta del
personale stile di vita consapevole di un soggetto vegano. Se ciò corrispondesse al vero, sarebbe un commento poco professionale oltre che sgradevole da parte di un operatore sanitario addetto alla mensa. Non bastasse l’esistente forte discriminazione economica, non è più accettabile anche questa grave discriminazione alimentare. Non è assolutamente più sopportabile
che, anche in mensa ci siano lavoratori di serie a e lavoratori di serie B. La Uil non accetterà più tale ulteriore vergognosa insensibile ignoranza organizzativa”.









