E’ tornata a scuola Marisa Francescangeli, l’insegnante di San Vero Milis ormai alla ribalta nazionale per essere stata sospesa dal dirigente scolastico a causa, dice lei, di due preghiere e un rosario fatto costruire agli alunni come lavoretto di Natale, per aver indottrinato i piccoli, con tanto di unzione con l’olio di Medjugorie e con video su catastrofi naturali attribuite all’ira di Dio per i peccati degli uomini secondo chi ha deciso per il provvedimento disciplinare.
Fiori, lacrime, sorrisi, baci e abbracci e i riflettori di mezza Italia puntati sulla maestra che ha già detto che tornerà a far pregare i suoi bambini. E una scritta sul muro, già segnalata dalla stessa insegnante al sindaco di San Vero: “A pregai in crèsia”, ovvero “A pregare in chiesa”, messaggio chiaro e inequivocabile.
Con lei, la maggior parte dei genitori. Contro, alcuni colleghi che hanno più volte segnalato al dirigente la sua linea di insegnamento e anche il ministro dell’Istruzione Valditara, molto chiaro nella sua posizione: una maestra in servizio per insegnare storia, geografia o qualunque altra materia deve insegnare quelle e non religione o altro. Con lei si è schierato anche Vittorio Sgarbi, che come sempre sopra le righe, sta facendo – soprattutto mediaticamente – la battaglia al suo fianco, come il ministro Salvini e l’ufficio legale della Uil che la segue nel ricorso.













