Addio tavolate nei ristoranti, massimo sei persone ad ogni tavolo. E, per chi sgarra, le multe sono dietro l’angolo. A Cagliari, il nuovo diktat del Governo Conte viene visto come fumo negli occhi dai ristoratori, soprattutto quelli delle zone della movida. Nel Corso Vittorio, le ultime settimane sono state col freno a mano tirato, alla voce incassi. E la nuova stretta sul numero di commensali rischia di complicare ulteriormente un quadro già desolante. Antonello Ghiani, presidente dell’associazione dei commercianti del Corso Vittorio e ristoratore, è netto: “Ci danno la colpa del virus, siamo penalizzati un’altra volta, però pretendono il pagamento delle tasse. Le hanno solo rinviate, mica annullate. La settimana scorsa, da lunedì a venerdì, è stato un mortorio anche perchè la gente ha paura”, spiega. “Ci sentiamo abbandonati dallo Stato e anche dal Comune, dove sono i controlli per chi non indossa le mascherine o non rispetta le giuste distanze in strada?”, chiede, polemico, Ghiani.
“Limitare i posti a tavola significa perdere altri clienti. Chi viene con parenti o amici vuole parlare, divertirsi e stare bene, soprattutto allo stesso tavolo. Pranzare o cenare separati non è piacevole”, argomenta il ristoratore. “Se verranno più di sei persone nel mio ristorante e non vorranno mangiare in tavoli divisi sarò costretto a non servirli. Certo, sappiamo che non c’è, al momento, nessuna soluzione. Questo, però, non vuol dire non far notare a tutti che ci sentiamo duramente penalizzati, proprio noi che rispettiamo alla lettera tutti i protocolli anti Covid”.











