La figlia di Franca Steri di Serramanna è, purtroppo, in buona compagnia. La giovane studentessa del Martini di viale Ciusa rimasta, tre volte nelle ultime settimane, per sei ore a temperare l’aria nei corridoi perchè, essendo arrivata in ritardo “per colpa del treno”, non è stata fatta entrare in classe, non è l’unica. Il senso, al netto delle critiche mosse a dirigenti e vice dirigenti che consigliano sveglie prima dell’alba, è che capita spesso che i treni e i pullman collezionino ritardi, soprattutto perchè non sono tantissimi. “E raggiungere Cagliari è un’odissea”. Prima o poi si arriva, ma se ti capita di studiare in una scuola con gli orari “inflessibili” sono guai. E giornate di studio perso. Giorgia Loi è netta: “Anche chi arriva da Villasimius purtroppo prende la corriera prima che sorga il sole. Esistono i pass per chi arriva da fuori. 15anni fa lo davano a me che arrivavo da Flumini a San Michele”. Giovannina Mette, una professoressa, promuove la ricerca di saggezza da entrambe le parti: “Basta un po’ di buon senso da parte della scuola. Lasciare poi la ragazza sei ore in corridoio è pura follia. Io ho sempre fatto entrare i miei alunni che arrivavano in ritardo, anche a causa dei mezzi di trasporto. Che enorme responsabilità lasciare una minorenne da sola in corridoio e farle perdere tutte quelle ore di lezione! Poi si parla di abbandono scolastico! Ma fatemi il piacere! La scuola dovrebbe accogliere, non rifiutare!”. Parole sante, verrebbe da aggiungere.
C’è poi Alberto Pani: “Applicare il buonsenso invece delle regole scolastiche, almeno in queste occasioni. Restare 6 ore fuori è una punizione inutile inflitta a uno studente che dovrebbe essere invogliato a studiare e non subire punizioni per cause non sue ma di forza maggiore. Flessibilità. Non siamo robot”. Katiuscia Angius: “Mio figlio frequenta il Michelangelo e dal 10 maggio al 10 giugno non accettano più uscite anticipate e ingressi posticipati nemmeno di un minuto. Alle 8:30 il cancello si chiude e non fanno entrare nemmeno con il genitore. È una circolare della scuola, forse anche al Martini sarà così. Capisco per chi vive in zona dove poter prendere il Ctm ma per chi prende treno o Arst le eccezioni per i pendolari ci devono essere sia in entrata che in uscita”. Tra i tanti commenti spiccano anche quelli di Maria Luisa Boi, “Mica hanno tutti la scuola sotto casa, ponete questo dilemma alla Regione Sardegna che non si preoccupa di migliorare la rete ferroviaria e le strade, con il Pnrr, e di assumere personale. Si lamentano tanto di denatalità, di giovani che non hanno voglia di lavorare, ma non assumono personale per migliorare i servizi e fare sì che i giovani creino famiglie e mettano al mondo figli. Ogni problema, come questo di questa ragazza, è concatenato agli altri innumerevoli problemi che affliggono la Sardegna e la preside evidentemente non li conosce!”, Immacolata Semprevivo, “Poveri ragazzi, devono uscire prestissimo e rientrare la sera tardi a casa, bisogna capire che non si possono passare 9 mesi di puro stress, questo non è studio ma è un incubo per loro”, e di Luisa Cuncu, “Mio figlio è al Giua di Pirri e ormai colleziona ritardi tutti i giorni, alcune volte entra anche alle 9:30, il suo pullman degli studenti ormai è quasi inesistente e non si capisce ancora il perché. Caliamo un velo pietoso”.








