Vasche per salvare Pirri dalle alluvioni: la giunta Solinas stoppa il progetto del Comune di Cagliari

Stop dell’esecutivo regionale al piano anti-allagamenti in piazza Italia e zone limitrofe. “La documentazione non è esaustiva e non è possibile escludere impatti ambientali negativi e significativi”. Ora servirà la valutazione di impatto ambientale e i tempi per i lavori si allungheranno notevolmente


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Vasche per salvare Pirri dalle alluvioni: c’è lo stop della Regione al progetto del Comune. Gli uffici del capoluogo hanno presentato il progetto per la realizzazione di due enormi vasche da costruire a Terramaini per consentire all’acqua che durante ogni temporale, anche non particolarmente intenso, allaga piazza Italia e zone limitrofe. Ma secondo la giunta regionale la documentazione è carente e il progetto dovrà quindi passare alla valutazione di impatto ambientale, anche perché il progetto sfiora aree sensibili come quella di Molentargius. E i tempi per i lavori si allungheranno decisamente.

Il piano si chiama “Interventi infrastrutturali per la salvaguardia da eventi eccezionali e manutenzione straordinaria della rete pluviale nel territorio di Pirri – mitigazione del rischio idrogeologico – Vasche di laminazione Terramaini”.

L’intervento, il cui costo è stimato pari a 9,75 milioni di euro, fa parte di un progetto generale più ampio, predisposto nel gennaio 2016 dal Comune di Cagliari, e che prevede una serie di interventi tesi ad adeguare l’intera rete delle acque meteoriche di Pirri per fare fronte ai fenomeni di allagamento che si ripetono, anche per eventi meteorici non particolarmente intensi, soprattutto nelle zone di via Balilla, piazza Italia e via Ampere, e tra via Italia e il centro commerciale tra via Dolianova e via Mara.

Nello specifico l’intervento prevede la realizzazione da due vasche interconnesse, sulla sponda sinistra del canale di Terramaini, con volume invasabile pari a 122 mila 660 m3 complessivi.

Un invaso di laminazione (numero 1) con capacità di 22 mila 660 m3 e superficie di 11 mila 690 m2, da attivare solamente in occasione degli eventi più intensi e critici, e l’invaso numero 2 con capacità di 100 mila m3 e superficie di 51 mila 770 m2.

Tuttavia secondo i tecnici della Regione “in relazione ai potenziali impatti sull’ambiente, le relative analisi valutazioni sono fortemente condizionate dall’assenza di un’adeguata caratterizzazione dell’area vasta e di progetto, nell’ambito delle quali si riscontra la presenza di numerosi recettori sensibili (edifici pubblici, impianti sportivi e attività commerciali), e di zone classificate o protette dalla normativa internazionale, nazionale e regionale (“Stagno di Molentargius e territori limitrofi”, “Saline di Molentargius” e del Parco naturale regionale “Molentargius – Saline”, zona umida inserita tra i siti Ramsar).

Mentre il servizio Valutazioni di impatto ambientali ha concluso l’istruttoria evidenziando che “non è possibile escludere impatti ambientali negativi e significativi”. Così la giunta Solinas “considerato che la documentazione depositata non risulta esaustiva per l’inquadramento del contesto territoriale e ambientale di riferimento, per la comprensione delle caratteristiche, delle dimensioni del progetto e della tipologia delle opere previste, e per l’individuazione e valutazione dei principali effetti che l’intervento può avere sull’ambiente, nonché per l’individuazione di idonee misure di mitigazione e compensazione, ha concluso l’istruttoria con la proposta di assoggettare alla procedura di Via l’intervento in questione”, e questo perché solo “lo Studio di Impatto Ambientale consente di individuare e valutare più approfonditamente l’entità degli impatti potenziali, l’analisi di alternative progettuali orientate alla minimizzazione di tali impatti, nonché indicare le opportune misure di mitigazione e di compensazione di quelli residui”.

 

 


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