L’ingegneria incontra la medicina, nel lavoro scientifico del team guidato dal dottor Danilo Pani, ricercatore in Bioingegneria elettronica ed informatica al Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica – presentato dal giovane dottorando Michele Crabolu nei giorni scorsi a Milano durante il XVII Congresso della Società Italiana di Analisi del Movimento in Clinica – e insignito del premio “Miglior lavoro metodologico” (rif. http://siamoc2016.dongnocchi.it/Pagina_Premi.htm).
Lo studio dei ricercatori dell’Università di Cagliari (“In vivo identification of the shoulder joint centre of rotation using a magneto-inertial sensor”) è stato selezionato fra oltre 100 contributi scientifici e propone una metodologia innovativa per l’identificazione del centro articolare della spalla, fondamentale per ottenere accurati modelli biomeccanici personalizzati degli arti superiori, attraverso una tecnologia inerziale indossabile, ed è stato validato in vivo mediante tecniche di risonanza magnetica.
Il lavoro è frutto di una collaborazione scientifica fra i ricercatori dell’Università di Cagliari (EOLAB, il Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria diretto dal prof. Luigi Raffo), e quella di Sassari (Andrea Cereatti, Paola Crivelli, Maurizio Conti) e si inquadra in un’iniziativa di ricerca volta a promuovere nuove tecniche con accuratezza di livello clinico per la valutazione funzionale e l’intervento riabilitativo, in particolare per la tele-riabilitazione, caratterizzate dalla semplicità nell’identificazione dei parametri del modello dell’arto superiore a partire da posizionamenti non rigorosi dei sensori. Una versione estesa dello studio verrà pubblicata sulla rivista scientifica “Biomedical Engineering Online”.
In sostanza, rispetto ai sistemi finora in uso basati su telecamere (stereofotogrammetria), più costosi e inadatti per un uso ambulatoriale o domiciliare, i sensori inerziali indossabili studiati dai ricercatori di UniCa permettono di raggiungere analoghe prestazioni nella ricostruzione del movimento degli arti attraverso complesse misurazioni: limiti che ostacolano l’adozione di tali tecnologie in ambito riabilitativo (ad esempio post-operatorio), in particolare domiciliare. Lo studio permette di superare questi vincoli.
Lo scopo dei ricercatori coinvolti nello studio è, in definitiva, contribuire in maniera determinante a realizzare un sistema facilmente utilizzabile in questi contesti e, mediante la telemedicina, permettere di valutare i progressi del paziente senza che lo stesso debba recarsi in ospedale.