Cinque anni fa furono i pastori, oggi i ricciai. La Lega, evidentemente già in campagna elettorale, con la sua esponente assessore Valeria Satta – a pochi mesi dalla fine della legislatura prosegue nei suoi incontri conoscitivi e di ascolto, che non approderanno evidentemente e inevitabilmente a nulla – prova a conquistare il mondo dei ricciai, scrigno prezioso di voti, come all’epoca furono appunto i pastori, ai quali il vicepremier promise il latte a un euro nel giro di 48 ore. Promessa, manco a dirlo, mai concretizzata.
L’assessore Satta, dunque, ieri mattina ha fatto diffondere dal suo ufficio stampa un comunicato inequivocabile. “Sono favorevolmente convinta che la pesca dei ricci si possa fare tutto l’anno”, era scritto nero su bianco. “Intendo ribadire e affermare la mia piena convinzione sulla necessità di rivedere la norma Regionale sul blocco della pesca del riccio di mare in Sardegna. Anche nel corso della riunione col Comitato Pesca, ho espresso la volontà di venire incontro alle esigenze dei nostri pescatori che si ritrovano inevitabilmente penalizzati per quello che è il fermo pesca attuale.
Grazie ad un emendamento del Consiglio Regionale quest’anno si è avuta la possibilità, per una stagione, di riaprire, ma ora inevitabilmente si ritornerà alla vecchia normativa. Nell’incertezza della reale esistenza di un’esigenza di salvaguardia dell’eco-sistema marino, a fronte delle numerose difficoltà con le quali devono fare i conti quotidianamente i nostri pescatori, mi esprimo in loro favore cercando, questa volta, una soluzione definitiva. Proporrò pertanto, a stretto giro, un emendamento che consenta la riapertura possibilmente a tempo indeterminato della pesca del riccio”.
Il contenuto, tutto virgolettato, è chiarissimo: via ogni vincolo, pesca dei ricci libera. Giusto per assestare un altro colpo al fragile ecosistema marino dopo l’abolizione voluta da Solinas del fermo di tre anni, deciso proprio per tentare di risanare l’ambiente completamente distrutto.
A stretto giro, però, è arrivata la replica a distanza dall’assessore dell’Ambiente marco Porcu, esponente di Fratelli d’Italia. “Le politiche di tutela del riccio sono fondamentali, e la maggior parte dei pescatori questa cosa l’ha capita”, dice Porcu. “Parlare di una pesca del riccio senza limitazioni nel corso dell’anno è pericoloso, ma è pericoloso anche per gli stessi operatori economici perché significa che quegli operatori entro un termine di tempo abbastanza breve saranno costretti a dover cambiare la loro attività economica, che è quello che invece una norma di tutela va a salvaguardare”.
Immediato il dietrofront della Satta, costretta a tornare sui suoi passi scaricando non si sa bene su quale errore tecnico le dichiarazioni fatte ieri, visto che a riportarle era stato il suo stesso ufficio stampa.
“Per una cattiva interpretazione e per un mero errore tecnico di comunicazione è stata diffusa ieri una comunicazione errata di un virgolettato che non apparteneva all’Assessore dell’Agricoltura Valeria Satta”, si legge nel comunicato dell’ufficio stampa della Regione.
“Preciso di non aver mai detto e lo sottolineo, di voler aprire la pesca del riccio tutto l’anno perché sarebbe chiaramente impossibile e impattante sul nostro ecosistema marino, perché distruggerebbe una specie per noi assolutamente importante. Pertanto ribadisco che non ho mai detto di voler aprire la pesca del riccio tutto l’anno ma semplicemente di rivedere il blocco che impedisce ai nostri pescatori di andare a pescare i ricci. Quindi di rivederlo come è stato fatto l’anno scorso giustamente in Consiglio Regionale di prevederlo anche per quest’anno ed eventualmente, secondo gli studi che emergeranno poi al Comitato Tavolo Pesca anche per l’anno prossimo”.











