Tre morti oggi in due incidenti stradali, tre ragazzi picchiati e rapinati da baby gang tra via Roma e il Poetto. Ancora prima un rider pestato e deriso in piazza Yenne, le scene assurde del Bastione, altri pestaggi in centro a Cagliari: la “nuova normalità” di violenza e imprudenza spaventa. Prima domanda: come è possibile che alle 23 del sabato notte, nel cuore della movida, otto ragazzini tra i 16 e i 18 anni aggrediscano e rapinino di tutto quello in loro possesso due ragazzi picchiandoli con calci e pugni? Siamo nel clou della malamovida, perchè così pochi controlli? Una banda di circa otto giovani sardi attorno, alle 23, ha aggredito uno studente 18enne di Decimomannu portandogli via un orologio. Il ragazzo si trova ora in osservazione al policlinico Universitario. Anche un altro 18enne di Selargius è rimasto vittima nello stesso raid di violenza, a lui è stata portata via un collanina d’oro. Si trova al Santissima Trinità con 7 giorni di prognosi.
I carabinieri indagano su questo caso e sull’altro assurdo pestaggio avvenuto al Poetto in questo caso la ricerca si estende ad altri assalitori, questa volta stranieri: accanto all’Altamarea sarebbero stati alcuni giovani nordafricani a rapinare un giovane cagliaritano, rubandogli la catenina, il telefono cellulare e i soldi. La tecnica è più o meno sempre la stessa: minacce, colpi, fiumi di alcol e poi si dileguano nella notte. Con lui diventano tre i giovani finiti in ospedale attorno a Cagliari nel sabato notte, solo l’ultimo.
Ma quel che fa paura è la scia di episodi di violenza da una parte, e il numero esagerato di incidenti stradali e spesso mortali delle ultime settimane. Avevamo appena finito di piangere la piccola Beatrice Arru di Carbonia, morta nello schianto fatale tra venerdì e sabato di una settimana fa. E appena due giorni fa Ignazio Carta, il 21enne di Senorbì vittima di un altro incidente in moto che certamente si poteva evitare, in pieno giorno. Oggi la Sardegna piange altre tre vittime delle strade macchiate di sangue: il barracello di 51 anni di Jerzu, Graziano Piras, che tornava a casa da un faticoso lavoro alle 3 del mattino, morto nell’incidente di Ghilarza nello scontro con l’auto con a bordo due turisti laziali.
E poi un altro dramma a Sassari, dove proprio pochi giorni fa era morto in incidente un altro ragazzo giovanissimo. Ieri notte Proto Pierpaolo Sechi, 31 anni, viaggiava insieme al 51enne Eriberto Atzori quando, nella trafficata via Millelire, la loro Opel Meriva è andata a schiantarsi contro una Ford Focus.
Su questa seconda auto viaggiavano tre persone che non hanno però fortunatamente riportato ferite gravi. Forse una inversione di marcia della Focus e l’alta velocità di entrambe le auto ha causato il fortissimo impatto tra le due vetture, i due sassaresi sono morti quasi subito.
Proprio a Sassari nei giorni scorsi era morto in un altro schianto fatale Alessio Murgia, appena 18 anni, nell’auto guidata dal 21enne Luca Marongiu che è finito indagato per omicidio stradale.
Ma il tema che preoccupa non è soltanto la fatalità, ma forse l’alta velocità e l’imprudenza che hanno accompagnato diversi di questi episodi. Come se vi fosse una voglia esagerata di divertirsi dopo 18 mesi di lockdown e restrizioni varie, che fa perdere spesso il controllo assolutamente necessario per la sicurezza di tanti ragazzi. Quello stop al controllo che sfocia assurdamente nel bullismo, come nel caso diventato nazionale del rider aggredito a Cagliari, nel vandalismo e nell’assurda violenza in altri distinti casi, come nella malamovida cagliaritana che sta diventando molto difficile da governare e che ogni weekend ci regala episodi incresciosi. Questa è la nuova “normalità” che non ci piace, e che comincia a fare paura. Proprio mentre i contagi con la variante Delta aumentano in Sardegna e ritornano altre, per fortuna ancora sfumate, preoccupazioni.










