Sciopero generale di otto ore il 16 dicembre: così la Sardegna siinserisce nel quadro della mobilitazione nazionale Cgil e Uil articolata nelle diverse regioni d’Italia dal 12 al 16 dicembre. E’
questa la netta e determinata reazione della Cgil Sardegna alla legge di bilancio del governo Meloni.
“Iniqua e inefficace nel contesto di gravissima difficoltà economica e sociale del Paese e caratterizzata da provvedimenti che avranno un impatto ancor più devastante in una regione svantaggiata come la
Sardegna”: così la Cgil regionale giudica la manovra, scegliendo lo
sciopero e la piazza per spronare le forze politiche a modificare
radicalmente il testo presto al vaglio del Parlamento. “Il governo
nazionale – ha detto il segretario generale Cgil Sardegna Fausto
Durante – si accanisce contro le persone povere e fragili e si mostra
invece debole, o accondiscendente, verso gli evasori, non affronta
l’emergenza salariale, non interviene strutturalmente sull’aumento dei
prezzi dell’energia e sull’inflazione, con la flat tax aumenta
l’iniquità del sistema fiscale, riduce le risorse necessarie per la
sanità, la scuola e il trasporto pubblico, interviene
sull’indicizzazione delle pensioni compiendo una vera rapina ai danni
dei pensionati”.
Le ragioni della contrarietà dei sindacati sono diverse e articolate.
“Nel 2023 si rischia la recessione e davanti a questo quadro la
risposta del governo è del tutto inadeguata” aggiunge la Cgil
regionale ricordando che “non c’è traccia delle proposte avanzate
nell’incontro con il Governo”. I sindacati infatti, avevano proposto,
a partire da questa legge finanziaria, l’avvio di riforme costruite
con il mondo del lavoro, ispirate dai criteri della solidarietà, della
giustizia sociale, fondate sulla qualità e la stabilità del lavoro,
sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e su politiche industriali capaci
di prospettare un nuovo futuro per il Paese.
Invece, le misure approvate e la strategia complessiva che ispira le
prime azioni del governo Meloni vanno in una direzione opposta
rispetto ai bisogni reali delle persone, delineando un arretramento
del Paese e anche della Sardegna. Per questi motivi la Cgil ha deciso
di reagire con forza proclamando lo sciopero generale e avviando una
stagione di mobilitazione che restituisce protagonismo ai territori in
una fase in cui “è determinante la capacità di unire e non dividere le
persone e le diverse aree del Paese”. Sullo sfondo, ma di certo non
per importanza, c’è la forte perplessità del sindacato in Sardegna
verso la riforma dell’autonomia differenziata proposta dal ministro
Calderoli. Un altro capitolo sul quale molto presto anche il fronte
sindacale non mancherà di fornire il proprio contributo.












