Per chi non si limita a visitare i monumenti o a rilassarsi in spiaggia, la Sardegna propone ai visitatori esperienze più coinvolgenti e attive offrendo una nutrita varietà di proposte in grado di consentire loro di conoscere, sperimentare e interagire con il territorio in modo avventuroso e dinamico. L’active tourism è uno stile di viaggio che si concentra sull’attività fisica e sull’esplorazione. Non è soltanto una questione di adrenalina e di sport estremi, ma piuttosto un modo avventuroso e significativo per connettersi con la natura e la comunità, per abbracciare nuove sfide e imparare da esse, contribuendo alla conservazione degli ecosistemi locali e il rispetto delle autentiche tradizioni culturali dell’Isola. In un mondo sempre più connesso digitalmente, il turismo attivo offre anche una occasione per tornare a contatto con il mondo reale.
In tutta la Sardegna sono operative associazioni e agenzie con istruttori specializzati e guide esperte in grado di organizzare pratiche di turismo attivo con maggiore o ridotto livello di difficoltà a seconda delle esigenze e delle potenzialità atletiche del viaggiatore (compresi bambini, anziani e, spesso, anche portatori di disabilità). Oggi ci soffermeremo su due delle pratiche no limits per le quali la Sardegna offre tanti tesori naturali e anche parecchi ostacoli da affrontare e superare: il climbing e il canyoning.

Nel primo caso, la regione vanta una solida tradizione legata all’arrampicata, ad esempio lungo le falesie spettacolari che attirano scalatori da tutto il mondo per i panorami mozzafiato delle scogliere affacciate sul mare. Con il canyoning, invece, si uniscono escursionismo, arrampicata e discese in corda, e talvolta immersioni in piscine naturali. Sono ambienti che possono apparire ostili ma in relatà, in Sardegna, avvicinano l’uomo alla natura aiutandolo a raggiungere uno stato ottimale di benessere psico-fisico.
Il clima mite mediterraneo, inoltre, favorisce tali attività praticamente per tutto l’anno, salvo situazioni di maltempo estremo, fortunatamente assai limitate. Con le opportune attrezzature, il giusto senso di cautela e una buona dose di autodisciplina l’Isola cattura il cuore e l’anima di chi la visita, lasciando un’impronta indelebile nei ricordi di coloro che hanno avuto il privilegio di esplorarla.
Il climbing richiede forza, flessibilità e resistenza, ma va oltre l’aspetto puramente atletico. È una sfida mentale in cui la concentrazione, la strategia e la capacità di risolvere problemi sono altrettanto cruciali quanto la potenza fisica. Gli scalatori devono essere in grado di leggere la roccia, pianificare i movimenti e adattarsi alle situazioni in continua evoluzione.

Le coste frastagliate e le montagne della Sardegna offrono un’ampia gamma di sfide. Le pareti verticali che si affacciano sul mare, i canyon nascosti e le falesie sulle montagne regalano una varietà di ambienti e stili di arrampicata, per i differenti tipi di roccia (granito, calcare, arenaria, basalto, dolomie e altri agglomerati) rendendo l’isola un vero paradiso per chi cerca l’avventura.
Tra le zone più rinomate spicca il territorio del Supramonte, tra Nuorese e Ogliastra, con le sue pareti calcaree che si ergono verso il cielo. Questo ambiente selvaggio e incontaminato offre una vasta gamma di itinerari, dai percorsi più accessibili ai più tecnici e impegnativi. Le viste spettacolari sull’entroterra e sulla costa frastagliata rendono ogni ascensione un’esperienza indimenticabile. Come nella scalata dell’aguglia di Goloritzè, 143 metri a picco sul mare, o nell’esplorazione del Monte Oddeu le cui maestose pareti presentano vie di arrampicata con diversi gradi di difficoltà.

Ancora nell’interno dell’Ogliastra il piccolo paese di Ulassai è diventato negli anni una destinazione gettonata per la comunità dei climber. Pure le falesie, adeguatamente attrezzate, lungo la costa occidentale, come quelle di Capo Caccia a nord e di Masua a sud, attirano gli arrampicatori per le loro spettacolari pareti a picco sul mare.
Come per il climbing, anche il canyoning richiede una buona dose di abilità fisica e mentale e una prontezza nel superare ostacoli naturali, leggere correnti d’acqua e affrontare ripidi dislivelli. Anche in questo caso si raccomanda che l’esperienza si faccia con la guida di esperti e utilizzando attrezzature specifiche come corde, caschi e imbracature.

Le gole sarde sono delle vere gemme nascoste, scavate nel corso dei millenni dall’azione erosiva dell’acqua, e offrono un terreno perfetto per gli appassionati. Il Supramonte è una delle zone più rinomate offrendo paesaggi spettacolari e varietà di percorsi (Su Gorroppu con pareti alte fino a 500 metri, Codula Orbisi con la profonda pozza d’acqua di Pischina Urtaddala, Codula Fuili solo per citarne alcuni). Ma esperienze di canyoning oltremodo appaganti e adrenaliniche, immersi tra i profumi intriganti della macchia mediterranea, si possono fare anche nel resto dell’isola. Come nella zona di Villacidro dove si può ammirare la cascata di Sa Spendula o in Gallura dove il Rio Pitrisconi offre un affascinante viaggio tra il granito rosa eroso nel corso dei millenni.













