Rinvii anche di mesi per effettuare le visite di routine e necessarie, è di 1400 l’attuale carico di pazienti per medici sempre più in fuga dai nosocomi cittadini.
Un report firmato e diffuso da Prometeo Trapianti Sardegna quello che mette in evidenza una situazione sanitaria preoccupante che riguarda chi ha avuto la possibilità di ricevere una seconda opportunità per vivere, grazie alla generosità di chi, a fine vita, acconsente alla donazione degli organi. “Una delle nostre maggiori preoccupazioni riguarda la situazione del follow-up in quanto la frequenza delle visite per i trapiantati dei vari organi, da quanto ci comunicano diversi pazienti, si sta dilatando e sono numerosi anche i rinvii di mesi.
Questo ovviamente succede a causa della forte carenza di personale sanitario la quale rende materialmente impossibile gestire adeguatamente l’attuale carico di pazienti (circa 700 quelli trapiantati di rene, quasi 500 quelli trapian
tati di fegato e circa 200 quelli di cuore).
Non ci risulta, infatti, che i numerosi operatori sanitari che, per vari motivi, hanno lasciato il “G. Brotzu” negli ultimi due anni siano stati sostituiti. Di contro, il numero di pazienti è aumentato del 10% ogni anno, come confermato dagli stessi responsabili delle strutture.
Ci teniamo a specificare – rende noto l’associazione- che le nostre proteste di pazienti sono rivolte verso chi ha la responsabilità di governare questa azienda sanitaria e la Sanità sarda per non aver provveduto nel tempo a mantenere un equilibrio tra operatori sanitari attivi e pazienti trapiantati da seguire.
Non puntiamo, invece, il dito contro i coraggiosi operatori sanitari che, nonostante tutto, sono rimasti a lavorare in questo ospedale e che – con spirito di abnegazione, senso del dovere e grande professionalità – stanno cercando di garantire la miglior assistenza possibile, dando il meglio di sé in condizioni difficili”.
Sono notevoli i risultati della donazione in Sardegna, dallo scorso anno “stiamo notando con grande piacere la notevole crescita nella nostra Isola dell’attività della donazione, che sta portando a 110 le osservazioni di morte encefalica e a 50 donatori utilizzati all’anno.
A ciò si aggiunge anche il rilevante progresso registrato quest’anno con l’avvio del programma di donazione a cuore fermo al “SS. Annunziata” di Sassari, che ha prodotto già tre donazioni.
Tuttavia, riscontriamo un preoccupante aumento delle opposizioni alla donazione, che attualmente si aggirano introno al 32,70% e che collocano la Sardegna tra le regioni più “generose””.
Crescono le donazioni, ma non aumentano i trapianti realizzati in Sardegna: a fine dicembre 2024 ci risultano realizzati solo 76 trapianti complessivi (37 di rene, 35 di fegato e 4 di cuore). “L’impressione è che il potenziale non sia sfruttato al massimo, come sembrano suggerire i numeri: nel 2016, per esempio, a fronte di “soli” 48 donatori utilizzati furono realizzati ben 98 trapianti (un anno record per l’Isola)”. Partono dunque oltre mare quelli che non possono essere accolti dai pazienti isolani, dati non ancora disponibili quelli dell’anno appena passato, “ma sappiamo che nel 2023 furono ben 50 le eccedenze (22 fegati, 23 reni e 5 cuori), che si aggiungono agli organi donati per le urgenze nazionali.
Fatte le dovute verifiche con il C.R.T., riteniamo che anche
nel 2024 il dato sia simile e che moltissimi organi che non hanno trovato un ricevente compatibile nell’Isola, abbiano varcato il Tirreno per essere utilizzate in altri centri trapianti della Penisola.
Vorremmo, quindi, capire le cause che hanno determinato un numero così limitato di trapianti fatti in Sardegna nel 2023 e 2024 a fronte di questo elevato numero di donazioni.
Tra le cause che, già da tempo, noi ipotizziamo c’è il fatto che le liste di attesa siano corte nonostante esistano numerosi pazienti con gravi patologie renali, epatiche e cardiache che potrebbero essere avviati al trapianto e che invece non riescono a completare le visite pre- trapianto.
Come sempre, ribadiamo che per noi è importantissimo che gli organi donati salvino vite a prescindere da dove si trovino: il C.R.T. della Sardegna e il C.N.T. operativo di Roma fanno un lavoro egregio per la allocazione degli organi donati, ma quello che ci preoccupa è che i bisogni assistenziali espressi dal territorio sardo non stanno trovando adeguate risposte”. Ma tra le cause ciò che impediscono l’aumento del numero di trapianti realizzati “è la gravissima carenza di personale, in particolare, chirurghi, anestesisti e infermieri. Riteniamo, infine, che un impatto negativo possa averlo avuto anche la riorganizzazione delle Chirurgie disposta dall’attuale Direzione aziendale”. Come le liste, troppo basso il numero di pazienti inseriti che per il persistere della difficoltà a eseguire tutte le visite e gli esami necessari entro i 90 giorni “che ci risultano essere il periodo definito per la conclusione dell’iter di inserimento in lista”.
Fioccano le proposte per il superamento delle criticità, “pressoché tutti i problemi segnalati hanno tra le loro cause la carenza di personale sanitario, pertanto, ribadiamo per l’ennesima volta l’urgenza di potenziare gli organici dei Centri trapianto, commisurandoli all’auspicato incremento del numero di trapianti realizzati e includendo in questo sviluppo il potenziamento delle liste di attesa.
Nelle more delle nuove assunzioni, suggeriamo di valutare la stipula di accordi con altri ospedali della Penisola per l’impiego temporaneo di loro medici specialisti nell’attività trapiantologica, a supporto dei pochi colleghi sardi”. E ancora: “Ambulatorio pre- e post- trapianto
Riallacciandoci a quanto già detto sulla necessità di potenziare le liste di attesa, proponiamo la creazione di un ambulatorio dedicato al pre-trapianto di fegato e pancreas.
Tale ambulatorio dovrebbe lavorare in raccordo con gli specialisti operanti sul territorio, anche avvalendosi della telemedicina, in modo da aumentare il numero di pazienti da inserire in lista e poterli adeguatamente seguire in questo percorso.
Inoltre, nell’ambito della riorganizzazione del personale, riteniamo necessario prevedere anche staff dedicati al post-trapianto per tutti e tre i Centri. Tali staff dovrebbero essere formati da personale che possa seguire in esclusiva queste attività, senza doversi dividere con le altre svolte dal reparto”.
Per quanto riguarda, invece, specificamente le liste di attesa, “ribadiamo che riteniamo necessario una maggiore collaborazione con i centri dialisi della Sardegna, pubblici e privati, e con i cardiologi e gli epatologi in servizio presso strutture pubbliche e private di tutto il territorio sardo.
Nel merito ci sembra opportuna una più stretta collaborazione dei medici specialisti del “San Francesco” di Nuoro e del “SS. Annunziata” di Sassari per l’avvio al trapianto di tanti pazienti sardi che non riescono a essere messi in lista”. E per venire incontro alle esigenze dei pazienti trapiantati di organi, riteniamo che anche al “San Francesco” di Nuoro, così come avviene a Palazzo Rosa di Sassari e al Policlinico di Monserrato, “possa essere aperto un ambulatorio per i controlli intermedi del follow up dei trapiantati di fegato, Ciò anche in considerazione del fatto che il nuovo primario dell’Epatologia di Nuoro già gestiva questa attività a Sassari”.